i 15 giudici della Corte Costituzionale, come fanno periodicamente.
Ma questa seduta non è
come le altre, anche se alcuni di
loro ripetono che il “lodo Alfano”
sarà affrontato in maniera squisitamente
tecnica, come per l’esame
delle altre leggi. Nonostante
la cena con il premier e il ministro
della Giustizia, né il giudice
Luigi Mazzella, padrone di casa,
né il suo collega, Paolo Maria
Napolitano, si asterranno su questa
legge approvata per congelare
i processi a carico di Berlusconi.
L’udienza è pubblica e si
apre con la relazione del giudice
Franco Gallo. Poi parlano le parti
in causa: gli avvocati di Silvio Berlusconi,
Niccolò Ghedini, Gaetano
Pecorella e Piero Longo, il
professore Alessandro Pace, avvocato
della Procura di Milano, e
l’avvocato dello Stato, Glauco
Nori, che rappresenta la Presidenza
del Consiglio. Alla fine degli
interventi, i giudici si riuniscono
in Camera di Consiglio. Dal
punto di vista teorico, per evitare
il toto sentenza, la Corte potrebbe
emettere un comunicato a decisione
presa e poi far conoscere
le motivazioni nelle settimane
successive. Il presidente Francesco
Amirante, cosciente della spinosità
della materia, vorrebbe
una decisione in tempi brevi, ma
è improbabile che venga presa
già oggi.