Le telecamere di Annozero mostrano le strade zozze e oscure di via Gradoli, palazzi lucidi fuori e opachi dentro: rifugi per sesso e droga. I microfoni penzolano sui marciapiedi e gli intervistati danno un prezzo al proprio corpo: “A me dava 1.500, 2.000 euro”. Quelle telecamere fissano una realtà che esiste e a tanti sfugge, che l’ex governatore Marrazzo frequentava e per “conoscerlo” siamo costretti a guardare. Il tasso di moralità della politica si misura anche dagli argomenti e dai luoghi che si toccano, che ci fanno toccare: se ieri erano le prostitute (ops, le escort), oggi sono i transessuali di Roma nord. Da palazzo Grazioli all’appartamento di Natalie ci passano chilometri e picchetti d’onore, e anche sensazioni. Non sono uguali.

Marco Travaglio cita Ostellino e Battista del Corsera e si chiede: ma un uomo delle istituzioni deve dimettersi? Marrazzo l’ha fatto. Sappiamo frammenti di verità, imbozzolati nella vergogna personale dell’ex presidente. Annozero ha ricostruito l’irruzione dei carabinieri: in due con la pistola, la messa in scena, la richiesta di denaro. E poi gli assegni staccati e bloccati. Il 15 luglio due croniste di “Libero” – allora diretto da Vittorio Feltri – visionano il video. L’asta continua per mesi. Marrazzo ormai è un uomo solo. E nemmeno i consigli per gli acquisti di Silvio Berlusconi – che gli fornisce i contatti dell’agenzia per comprare il video – possono salvarlo dalla pubblica espiazione. 

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