Alfredo Mantovano è considerato una delle poche persone serie che militano nel centrodestra. Da otto anni, con una breve interruzione, presiede la Commissione sui programmi di protezione per i collaboratori e testimoni di giustizia. Il sottosegretario all’interno con delega su questa delicatissima materia però ha ormai perso il suo aplomb istituzionale per confondersi con uno dei tanti scherani del presidente Silvio Berlusconi. Il sottosegretario non perde occasione di sparare a zero sul pentito Gaspare Spatuzza, che ha osato accusare il padrone del Pdl. Radio, agenzie di stampa e tv sono inondate dalle sue critiche alle dichiarazioni tardive e inutili del pentito. Il problema è che Mantovano, a differenza di un Gasparri qualsiasi, è il presidente della Commissione che ha potere di vita o di morte su quel pentito.
E proprio il suo atteggiamento dà ragione, a posteriori, a Spatuzza. Il pentito ha dichiarato di avere atteso a parlare di Dell’Utri e Berlusconi perché temeva le reazioni politiche: “all’inizio ho fatto gli omissis sulla politica perché ho visto diventare Berlusconi premier e un uomo di Dell’Utri, come Alfano, ministro della Giustizia”, spiega Spatuzza. Come previsto, appena ha fatto quei nomi, è partito l’attacco. Sorprende però che tra i tanti si sia scatenato contro di lui anche Alfredo Mantovano. Il sottosegretario ha sparato contro Spatuzza non solo perché ha parlato dopo i sei mesi previsti dalla normativa ma anche per quello che ha detto: “una sommatoria di dichiarazioni per sentito dire”. A breve Mantovano, in evidente conflitto di interessi, deciderà la sorte del pentito che accusa il suo leader Berlusconi, cioé chi lo ha candidato e fatto eleggere. Spatuzza sa bene di avere questa spada di Damocle sul capo. Dalla decisione della commissione sul suo programma di protezione dipenderà la sicurezza economica e fisica della sua famiglia. Secondo Luigi De Magistris dell’Idv, con le sue dichiarazioni “Mantovano non ha avuto rispetto della sua funzione istituzionale e ha anticipato il suo giudizio negativo sulla collaborazione di Spatuzza ponendosi in una posizione di incompatibilità con il suo incarico”. Una cosa è certa: prima di accusare Berlusconi, i pentiti d’ora in poi ci penseranno due volte.
da Il Fatto Quotidiano del 5 dicembre 2009