Villa S. Giovanni: 20mila contro l’opera. Manifestante ha un infarto, muore per il caos soccorsi
Fanno il Ponte sullo Stretto ma sulla Salerno-Reggio Calabria gli incidenti continuano. L’ultimo proprio ieri che ha bloccato i 60 pullman che stavano raggiungendo Villa San Giovanni per partecipare alla manifestazione indetta dal comitato No Ponte iniziata per questo con notevole ritardo.
Oltre 20 mila persone – poco più di 4500 per la Questura – hanno sfilato pacificamente scortate da quasi 2 mila i poliziotti, mentre non c’era neppure un’autoambulanza. Un’autoambulanza che avrebbe potuto salvare la vita a Franco Nisticò, colpito da infarto mentre stava intervenendo dal palco a nome dei comitati che lottano per la messa in sicurezza della statale ionica 106, denominata la strada della morte. Nisticò, dopo essersi accasciato, è rimasto a terra per oltre mezz’ora soccorso dai medici che hanno solo potuto praticare il massaggio cardiaco perché l’autoambulanza della polizia – la sola presente – non era dotata né di defibrillatore né di ossigeno e ha solo potuto trasportarlo all’ospedale di Reggio Calabria dove è deceduto un’ora dopo.
A quel punto il comitato non se l’è più sentita di proseguire la manifestazione rinunciando ai concerti che si sarebbero dovuti svolgere nella piazza davanti alla Chiesa della Madonna di Porto Salvo. Un epilogo triste per quella che sarebbe dovuta essere una festa a cui hanno partecipato oltre ai i rappresentanti del movimento rete "No Ponte", le organizzazioni sindacali della Cgil di Messina e Reggio, l’Unione degli studenti universitari di Messina, Palermo, Catania e Cosenza, Wwf e Legambiente; e a cui hanno aderito Diliberto, de Magistris, Nichi Vendola ma anche Dario Vergassola e Roy Paci.
Tanti gli slogan gridati e scritti sugli striscioni per ribadire il “No” ad un’opera inutile, fonte di spreco di denaro pubblico. Come quello rivolto a Berlusconi: "Non affermi più che i Siciliani, dopo l’eventuale costruzione del Ponte diventerebbero finalmente italiani. Noi italiani già lo siamo!". Un primo successo in vista del rinnovo della Giunta regionale che vede candidato per il centro-destra Scopelliti, che fresco di nomina ha dichiarato che non appena diventerà governatore la Regione, che è appena uscita dal Cda della società Stretto di Messina, ci rientrerà subito. Intanto la cerimonia indetta dal governo a Cannitello per la prima pietra il 23 dicembre alla presenza del ministro Matteoli e del premier è stata annullata, senza che se ne conoscano le ragioni.
E il Comitato Ponte Subito ha diffuso una "lettera aperta al governatore Lombardo e al futuro Governatore della Calabria" affinchè non si lascino intimidire dalle "polemiche che cresceranno col tempo, e potranno diventare man mano più rumorose perché l’organizzazione che vi ruota attorno ha tutto l’interesse a mantenere viva la polemica. In questa azione – continua la lettera – saranno utilizzati anche soggetti della cultura che, alla ricerca di visibilità, nasconderanno la loro vacuità ricorrendo a un irresponsabile catastrofismo. Noi cittadini dell’Area dello Stretto questo Ponte meraviglioso, questo gioiello della tecnica ingegneristica lo vogliamo con estrema convinzione, e nessuno ce lo dovrà mai scippare!".
Concetti tali da stordire tanto quanto il preventivo di investimento in project financing di 6 miliardi di euro, per la realizzazione del Ponte, opera definita dagli esperti "una sciagura" ambientale, finanziaria che non offre alcuna garanzia sul piano della sicurezza. Mentre l’Associazione nazionale costruttori denuncia un taglio di 2,5 milioni di euro ai fondi per le infrastrutture, e le strade, le autostrade, le linee ferroviarie e le città costruite su terreni franabili restano una vera minaccia per la sicurezza dei cittadini per mancanza di fondi.
Da Il Fatto Quotidiano del 20 dicembre