La linea decisa con fogli lasciati sul tavolo. Redazione in allarme e ascolti che vanno giù
E così al Tg1 mancano 500 mila spettatori. Una telecamera, la scrivania, l’enciclopedia, un ghigno. Nemmeno un sorriso. Augusto Minzolini è identico a se stesso: quando paragona Bettino Craxi a papa Wojtyla, quando liquida i colleghi con tre parole che dettano una linea.
Più asciutto in privato che in pubblico, un minuto per la redazione, due per l’elogio su Craxi: "Queste sono le mie prerogative", e giustifica l’editoriale sul Bettino nazionale che completa la cinquina secca con il silenzio sulle feste di Palazzo Grazioli, il "mi dissocio" dalla manifestazione sulla libertà di stampa, le minchiate del pentito Spatuzza e l’antologia sui cattivi maestri per l’aggressione di piazza Duomo.
Risultato: italiani in fuga. È la settimana di Craxi. Haiti è confinata, lontana sulla cartina geografica e sulla scrivania delle riunioni. Per domenica sera, conduttrice Monica Maggioni, il direttore ha ordinato di rispettare la scaletta. L’appendice alle prerogative: Speciale Tg1 su Craxi, dalle monetine al Raphael alla latitanza in Tunisia, un viaggio a debita distanza dalle aule di tribunali.
I giornalisti protestano a bassa voce, nei corridoi. Al disagio va sottratta la paura di rappresaglie: perché c’è un uomo solo e solitario al comando, assistito dal fidato Fabrizio Ferragni, ma abile a neutralizzare i dissidenti.
Il comitato di redazione l’ha incontrato per un chiarimento di rito, l’ormai tradizionale reprimenda di mezzogiorno. Non c’è il comunicato ufficiale: un pezzo del Cdr – Alessandro Gaeta – è inviato nell’isola di Haiti. All’interno le sponde sono fragili.
La macchina. Il Tg1 è un giornale confezionato da poche persone e con pochi fatti. La riunione è una "lista della spesa": Minzolini ascolta con interesse i capi dei servizi, prende appunti sui brogliacci e poi lascia un foglietto sul tavolo ovale. Appunto, la lista della spesa: qui il pastone politico, lì l’inchiesta sulle rose selvatiche.
I quotidiani offrono l’ispirazione: "Il nostro contribuito è minimo – spiegano da Saxa Rubra – le scelte sono imposte. Cadono dall’alto, non si discutono. Vuole notizie sul bonsai gigante perché l’ha letto chissà dove".
Ma quando il Corriere della Sera scrive del segreto di Stato sui rapporti tra 007 e Telecom, anche l’edicola finisce nella censura: “Ce l’ha il Corsera in apertura. Non possiamo ripeterci!".
Troppa gente intorno fa confusione, Minzolini ha un ufficio centrale di quattro vice – la media in Rai è di sei – e nemmeno Andrea Giubilo (che disperato si è rifugiato al Tg3 di Bianca Berlinguer) sarà sostituto.
Gli ascolti. Quando la minoranza dei giornalisti prova a scalfire le convinzioni della maggioranza, l’apatia alle prerogative, il direttore soffia sulle carte bollate e legge: "Siamo davanti al Tg5 di 4 o 5 punti. Cosa volete?". Le ultimi analisi Auditel dicono il contrario: è vero che il Tg5 arranca a passo lento, ma è pur vero che il Tg1 – rispetto al dicembre del 2008 – ha perso l’8 per cento del proprio pubblico la mattina e il 5 per cento la sera.
Tradotto: "Siamo nell’ordine di 500 mila spettatori in meno su circa 6 milioni. Le flessioni – spiega Francesco Siliato, docente di Comunicazione al Politecnico di Milano – riguardano il giornale delle 20 in particolare. Sono crescenti nel tempo e preoccupano le imprese che investono sul Tg di RaiUno".
Meno televisori collegati, meno pubblicità: pare che gli inserzionisti – intravisto il precipizio – abbiano ridotto del 5 per cento il valore di una promozione prima e dopo il Tg1.
Infotainment. Il neologismo che descrive il miscuglio tra l’informazione e l’intrattenimento, il cosiddetto alleggerimento, taglia a metà il telegiornale: "Il direttore vuole belle e curiose notizie in coda alla cronaca", aggiungono da Saxa Rubra.
Aldo Grasso prende in giro un inviato di punta: "Se nasco un’altra volta, nasco Massimo Mignanelli". Con il colbacco sulla slitta trainata da husky oppure con una calza della befana piena di dolciumi, Mignanelli racconta l’Italia vista da Minzolini.
Verità mai udite: "Tra Natale e l’Epifania qualcuno trascorrerà qualche giorno di vacanza". Ritrovamenti sconvolgenti: "A Milano non passa la moda della befana".
Gli ausiliari del Tg1, alias il Trio Medusa, provano a catalogare le scoperte del Tg1 per Parla con me di Serena Dandini. In ordine sparso fanno riflettere. Per i salutisti: "Si può dimagrire mangiando pane e cioccolato". Per i bacchettoni: "Pantaloni abbassati e gonne troppo sexy per le scuole". Per gli agricoltori: "Mucche assaltano il supermercato". Per chiunque: "Del maiale non si butta via niente".
Da Il Fatto Quotidiano del 15 gennaio