Nell’ultimo dossier statistico sull’immigrazione – pubblicato nel 2009 – Caritas-Migrantes elabora i dati forniti dall’Inail (aggiornati al 31 dicembre 2008). Tanti sono i lavoratori nati all’estero occupati in Italia nel settore: soltanto i romeni (al primo posto) sono ben 88.647. Il loro impiego nelle posizioni inferiori delle gerarchie organizzative molto spesso permette a lavoratori italiani di passare a posizioni lavorative più qualificate e redditizie. Senza il loro contributo, infatti, andrebbe in crisi il settore tessile (14,8 per cento di operai immigrati), l’industria conciaria (15,7 per cento), quella meccanica (14,6 per cento) e, più in generale, il settore nel suo complesso (oltre il 30 per cento). Nelle fabbriche i migranti svolgono ruoli chiave e sono difficilmente sostituibili. Come nel caso degli addetti ai forni a ciclo continuo delle aziende di ceramica. L’industria è stato il settore che fino ad oggi ha più sofferto della crisi, sia in Italia che, in generale, nei paesi Ocse. Nonostante questo gli immigrati hanno continuato a crescere nei numeri di forza lavoro.

Da Il Fatto Quotidiano del 16 gennaio

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