La nomina della Santanchè è cosa fatta ma nel Pdl la fronda non si placa, da Fini alla Mussolini
di Wanda Marra
"Vediamo…Ho fiducia nel presidente. Le nomine le fa lui". Daniela Santanchè non lo dice, ma il tono tranquillo e soddisfatto è di chi sa di avere la nomina di sottosegretario al Welfare in tasca. Poco importa se la maggioranza delle donne del Pdl sono in rivolta, e i finiani sul piede di guerra con il Secolo in prima linea: Berlusconi è ben intenzionato ad andare avanti nel suo progetto di portarla al governo, in quanto amica fidata seppur con qualche distrazione e pronta a fare all’occorrenza "il lavoro sporco", come ha già dimostrato in passato.
Ma non solo. La Santanchè è proprietaria della Visibilia, l’agenzia pubblicitaria che era la società concessionaria di Libero e che è appena subentrata alla berlusconiana Mondadori pubblicità nel contratto con il Giornale. Non stupisce che proprio Vittorio Feltri sia stato e sia tra i grandi sponsor di Daniela nel governo. E visto che nel pranzo che ha siglato la tregua per quanto provvisoria tra Berlusconi e Fini quest’ultimo avrebbe ottenuto un abbassamento di toni da parte del quotidiano, si può facilmente arrivare a ipotizzare un gioco di squadra tra i due: Santanchè asse di sfondamento nel governo e Feltri un po’ meno irruento sul Giornale.
Proprio il pranzo di giovedì sembra aver dato il via definitivo alla nomina di Daniela. Indirettamente, conferma la stessa Santanchè: "Il veto di Fini era una montatura dei giornali". Sarà. Ma in realtà le cose sono andate in tutt’altro modo. Il via libera alla nomina è effettivamente arrivato, ma con modalità piuttosto diverse. Nel senso che il presidente della Camera avrebbe messo le mani avanti, chiarendo con il Cavaliere che qualsiasi cosa dirà Daniela è un problema suo, e se ne assume lui in prima persona tutte le responsabilità.
In linea con l’atteggiamento dei finiani, che una volta uscita la notizia della prossima nomina avevano aperto il fuoco, evocando anche la scissione. E adducendo motivi di linea politica. Il quotidiano della Perina la scorsa settimana aveva dedicato un’intera pagina a donne come la Polverini e la Bonino, "con un certo stile", diverso da altri tipi di stile. Granata in un’intervista al Riformista ci era andato giù pesante: "Dove si è discusso che la Santanchè che esprime le posizioni più retrive della società italiana debba rientrare nel Pdl? O qualcuno ipotizza un partito dove accanto a chi chiede cittadinanza per gli immigrati ci deve essere anche chi strappa il velo dalla testa alle donne islamiche?".
E ieri pubblicava in prima pagina un pezzo a firma di Alessandra Mussolini (che della Santanchè è notoriamente nemica) dal titolo esplicito: "Quello che le donne (del Pdl) non dicono”. Con un collage scelto delle "perle di saggezza" di Daniela: "Maometto era un pedofilo", “Avremo la bava alla bocca". E non senza ricordare alcune battute-simbolo della rottura poi ricompostasi tra Daniela e il Cavaliere: "Silvio è ossessionato da me: non gliela do", "Vede le donne solo orizzontali". E poi, l’interpretazione: "Evidentemente si è convertita". La Mussolini poi esplicita lo scontento delle donne del Pdl: "Noi donne del Pdl abbiamo fermamente creduto e operato affinché la meritocrazia e l’affermazione di una democrazia paritaria fossero al centro dell’azione del Pdl: è giusto, allora, che aumenti la componente femminile al governo con una donna proveniente da un altro partito. Tutto ciò, per noi, donne del Pdl, dovrebbe essere fonte di felicità e soddisfazione. Ma allora perché ci sentiamo così infelici, insoddisfatte?".
Nella stessa giornata di ieri, non a caso il Giornale di Feltri, viceversa, riportava dichiarazioni a favore della Santanchè delle ministre di Silvio, Carfagna e Prestigiacomo, e anche dell’ultima pupilla del Cavaliere, la Biancofiore, che ad Arcore ha festeggiato i suoi 39 anni. I fedelissimi del premier evidentemente sono tutti con lui.
Da Il Fatto Quotidiano del 17 gennaio