Roma, 16-17-18 Gennaio 2010
Dal cinquantaquattresimo al cinquantaseesimo giorno di protesta. Il nostro ennesimo weekend sul tetto è trascorso nel segno di una nuova attesa: mercoledì siamo convocati per un’altra seduta del tavolo tecnico su di noi, al ministero dell’Ambiente. Speriamo che questa volta possa rappresentare un concreto avanzamento, ma la frustrazione del passato e la sfiducia ci inducono ad essere particolarmente prudenti, non fosse altro che per non rimanere troppo delusi. Il fine settimana sul tetto è un momento strano.
Arrivano tante persone che durante gli altri giorni non possono venire, magari perché impegnati con la famiglia, e qualcuno di quelli che nei giorni feriali si è "speso" di più può andare a casa a riposare. Sono i giorni in cui ci si sente di più in una dimensione parallela, una specie di bolla che sembra poter scoppiare da un momento all’altro ma poi non si dissolve mai: dal lunedì al venerdì abbiamo intorno gente che lavora, un ambiente che è quello solito dell’ufficio, mentre il sabato e la domenica è molto diverso.
A parte noi, l’Istituto è deserto, i cancelli sempre chiusi, ed è un po’ surreale girare la sera per i corridoi dell’Ispra al buio pesto (le lampadine sono quasi tutte rotte e la manutenzione ordinaria lascia a desiderare), mentre magari tanti dei nostri amici o colleghi vanno in giro come di solito si fa la sera, specie nel week-end.
Non è una sensazione spiacevole però; in questi momenti si sente ancora di più la solidarietà e si parla tanto, di politica e massimi sistemi come di argomenti più leggeri, a volte perfino frivoli. In questi giorni abbiamo anche avuto la notizia che non ci sarà più un servizio di assistenza informatica interno, nella sede di Casalotti. A quanto pare, tutti i tecnici superstiti dopo i licenziamenti di giugno sono stati trasferiti negli altri centri Ispra, per cui l’attività sarà gestita da esterni.
Forse dal punto di vista pratico sarà perfino meglio, ma dopo le voci dei giorni scorsi sulla fretta di sgomberare la sede ex Icram per interessi non meglio specificati, non possiamo fare a meno di pensare che anche questo sembra un passo in quella direzione. Speriamo di sbagliarci.