Nichi Vendola di errori ne ha fatti tanti ma è uno che in genere ci mette la faccia. Fa male quando come un Berlusconi qualsiasi grida al complotto perché le procure si occupano di cose che lo riguardano.
Reazioni meno vittimistiche non guasterebbero. Sullo scandalo della sanità in Puglia si è mosso con decisione azzerando assessori e califfati. Resta da capire dove stava il governatore nel mentre i faccendieri alla Tarantini trescavano con le signore della Asl.

Né va dimenticato che sulla grande mangiatoia pugliese, la magistratura sta ancora indagando. Di Vendola può anche non piacere una certa, ostentata retorica populista. Ma, vivaddio, c’è un popolo che comunque lo ascolta, che ama il suo essere combattivo, che è pronto a seguirlo (sperando che sia la maggioranza degli elettori pugliesi).

Di Francesco Boccia sappiamo poco, benché sui giornali si scriva spesso di lui. Il sindaco di Bari, Emiliano, ne loda la competenza in fatto di bilanci, e sarà sicuramente così. Se come personalità non rifulge abbastanza è perché la sua candidatura alle primarie pugliesi reca l’imprinting forte di Massimo D’Alema. Il quale D’Alema se esagera nel dire che lui di elezioni non ne ha mai persa una, potrebbe non avere torto nel sostenere che Vendola può vincere la battaglia delle primarie ma perdere la guerra regionale.
Poiché non avrà l’appoggio, probabilmente determinante, dell’Udc di Casini mentre Boccia invece sì.

Insomma, la sfida di oggi sembra contrapporre la politica di laboratorio e il fine superiore del partito, alla politica che vive in mezzo alla gente. Sarà pure una semplificazione ma le migliaia di persone (soprattutto giovani) che seguono Vendola nelle uscite pubbliche rappresentano un’energia vitale che i calcoli a tavolino non potranno mai raggiungere.

Perché la passione di quella gente è proprio ciò che manca oggi all’opposizione e al Pd in particolare. Un partito dove lavorano tante brave persone come Boccia ma di cui non riusciamo più a percepire la voce. Un senso di gelo che il patto con l’Udc, con i relativi prezzi da pagare, non farebbe che accrescere.

Sarebbe bello che da lunedì chiunque vinca, Vendola e Boccia cominciassero a lavorare insieme per la causa comune mettendo da parte calcoli e risentimenti. Chissà, forse tutta questa sarabanda ha rimesso in moto qualcosa di positivo. Comunque, sempre meglio che cantare sull’attenti: meno male che Silvio c’è.

Da il Fatto Quotidiano del 24 gennaio

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