Non è vero che la manovra finanziaria si basa solo sui lavoratori dipendenti: trattasi di una calunnia dei soliti comunisti. Sono colpiti anche i ministri e i sottosegretari: 72.000 euro complessivi. E poi c’è la lotta all’evasione fiscale che frutterà ben 20 miliardi di euro in tre anni. Palle. La lotta all’evasione non è mai stata fatta da nessun governo. Quando io scrissi (come presidente di Commissione tecnica finanze-giustizia) l’attuale legge penale tributaria, quello che ne era saltato fuori era uno strumento efficiente. Si sarebbero puniti severamente professionisti, commercianti e artigiani (gli habitués del “nero”, incasso e non emetto fattura) e quelli che emettevano e utilizzavano fatture fasulle, all’origine delle frodi all’Iva comunitaria (ma non solo: servono anche per crearsi costi finti e dimostrare di aver guadagnato poco o di essere in perdita).
Si sarebbero puniti un po’ meno quelli che era facile beccare: i contribuenti che non facevano proprio la dichiarazione o quelli che ne presentavano una falsa ma senza documentazione (falsa) di supporto. La legge fu stravolta da un governo di sinistra (?) a seguito di un dialogo costruttivo per una riforma condivisa. Tutti d’accordo, stabilirono che chi faceva il nero era un evasore veniale: 8 mesi di prigione (con le attenuanti generiche); ma finti, perché c’è la sospensione condizionale della pena. Inoltre, siccome l’indagine comincia dopo circa 3 anni dalla presentazione della dichiarazione (bisogna aspettare l’esito dei controlli e 3 anni sono una ottimistica media del tempo che Gdf e Fisco impiegano per farli), restano 4 anni e mezzo per fare tutto: indagini, Tribunale, Appello e Cassazione.
Sicché, se l’evasore decide di spendere un po’ del suo bottino per pagarsi un bravo avvocato, l’assoluzione per prescrizione è garantita. Negli Uffici tributari le cose vanno ancora peggio: la media degli accertamenti sul territorio nazionale è pari al 10-12% circa: questo significa che si controllano 10, 12 dichiarazioni su 100; detta in un altro modo, chi evade ha il 90% di probabilità di farla franca. Le 10 dichiarazioni controllate danno origine sempre a procedimenti tributari (non esiste il caso di una verifica che si chiuda dicendo: tutto è a posto). E qui arrivano i comunicati sui risultati della lotta all’evasione: abbiamo accertato evasione pari a 35milioni453mila725 euro e denunciato 1154 evasori, questo ci viene propinato in occasione di feste, ricorrenze e conferenze tributarie di Gdf e Fisco.
Nessuno che dica che i supposti evasori fanno ricorso alle Commissioni Tributarie e di quello strabiliante risultato rimangono briciole. Attenzione: briciole che comunque bisogna ancora incassare, c’è solo una sentenza che dice che Tizio deve allo Stato X euro. La percentuale di quanto realmente incassato rispetto ai “risultati” è uno dei segreti meglio nascosti dal Fisco. Non si può essere credibili quando si annuncia una severa lotta all’evasione a distanza di pochi mesi dall’ennesimo condono fiscale (in media ce ne è stato uno ogni 3 anni a far data dal 1980).
Soprattutto quando, ogni volta, è stato proclamato solennemente che quello era l’ultimo e che da quel momento nessuna tregua sarebbe stata data agli evasori. Chiunque è in grado di farsi i suoi conti. Debbo resistere fino al prossimo condono. Bè, intanto quasi certamente non mi controllano (90%, ricordate?); se mi controllano pagherò tra una decina d’anni (questo è il periodo medio di un processo tributario); in ogni modo faccio un concordato e pago la metà di quello che avrei dovuto pagare se dichiaravo tutto; il penale è una farsa e non mi preoccupa. Sarebbe questa la lotta all’evasione?
Da il Fatto Quotidiano dell’11 giugno