A Topolinia i furfanti impongono una legge che mette in galera i poliziotti. Gambadilegno realizza il suo sogno: il commissario Basettoni dietro le sbarre. Forse un fumetto così non è stato ancora disegnato. Anche la fantasia (criminale) ha un limite. Non però nella realtà italiana dove una certa legge prevede l’arresto per magistrati e giornalisti sorpresi a “ricettare” (!) materiale giudiziario. Mentre (per dirne una) d’ora in poi per incastrare un mafioso bisognerà sorprenderlo con la lupara fumante in mano e un cadavere per terra (e forse non basterà neppure questo). Che la biografia del divertente farabutto dei fumetti sia assimilabile a quella di un certo premier superprescritto non osiamo neanche pensarlo, con l’aria che tira. Vero è che l’amico più fedele del suddetto premier è un tale condannato in primo grado a nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa e che un altro carissimo amico dello stesso premier si è beccato una condanna, definitiva, per corruzione. Di ministri, ex ministri e vice ministri coinvolti in questioni di cricca e di camorra sono piene le cronache. Per carità, tutti candidi come gigli, fino a sentenza passata in giudicato. Insomma, a questi qua poliziotti, magistrati e giornalisti non sono proprio simpaticissimi. Del resto, bisogna capirli vista la loro dimestichezza con le aule di giustizia. E’ troppo pensare che la legge bavaglio sia anche una legge vendetta? Tragica e paradossale come la vicenda del nostro paese capovolto. Dove i cattivi sono i buoni e i buoni sono i cattivi. E dove le leggi le fa la Banda Bassotti.
da Il Fatto Quotidiano del 13 giugno 2010