Ecco come si prepara all'esame finale uno studente “non modello”. Giorno dopo giorno condividerà con noi questa esperienza sul nuovo sito del Fatto Quotidiano
Qualche settimana fa. Io e la mia compagna Camilla eravamo in cortile a dividerci l’ultima sigaretta del pacchetto. A un certo punto lei mi chiede: “A quale facoltà ti iscrivi?”. “Scienze politiche”, rispondo. E lei, di rimando: “Oh Dio! Io sarò alla Bicocca. È troppo lontano, a chi scroccherò le sigarette?”. Non so voi, ma io ho già iniziato il count-down. Non tanto per l’inizio degli esami, quanto per la loro fine: mancano solo quattro giorni alla maturità, ma chissà quanti alle nostre vacanze! Se non fosse per la paura (forse sana) di non farcela, la mia voglia di studiare, che non è mai stata tantissima, sarebbe davvero ridotta ai minimi storici. Sarà colpa della stanchezza per quest’ultimo pesantissimo anno: come tutti i maturandi, mi sono dovuto guadagnare un sei in tutte le materie e vi assicuro che per alcune, tipo quelle scientifiche, è stato davvero difficile.
E il ministro Gelmini? Prima decide che per l’ammissione all’esame bisogna avere tutte sufficienze. Poi annuncia che anche con un cinque si passa. Voi che pensate? Non poteva dirlo prima? Beh, in ogni caso devo ammetterlo, quest’anno è stato più interessante degli altri cinque (e non quattro!): abbiamo trattato argomenti di attualità e problematiche di cui ancora si parla. Come se non bastassero la stanchezza, il caldo torrido e gli amici che non devono fare la maturità, ora ci sono anche i mondiali di calcio a distrarmi: questo sarà pure l’esame che più difficilmente dimenticherò, ma la nazionale è una passione a cui non posso mica rinunciare. Il fatidico giorno si avvicina… Ci sentiamo domani e, mi raccomando, fatevi sentire anche voi!
Iscriviti al gruppo su Facebook
18 giugno 2010