Non bastava al cardinale Sepe l’avviso di garanzia per corruzione ricevuto dalla procura di Perugia. Il porporato ha dovuto incassare oggi le dure parole del Papa che durante l’ordinazione di 14 nuovi preti della diocesi di Roma ha ammonito: “Il sacerdozio non può mai rappresentare un modo per raggiungere la sicurezza nella vita o per conquistarsi una posizione sociale”. “Chi aspira al sacerdozio – ha detto Ratzinger – per un accrescimento del proprio prestigio personale e del proprio potere ha frainteso alla radice il senso di questo ministero. Chi vuole soprattutto realizzare una propria ambizione, raggiungere un proprio successo sarà sempre schiavo di se stesso e dell’opinione pubblica”.
Per un sostegno mancato, il cardinale ne ha incassato un altro, quello di Nicola Cosentino, sottosegretario all’Economia, coordinatore regionale campano del Pdl, potenziale candidato alla regione nello scorso marzo e solo all’ultimo scaricato perché inquisito dalla magistratura per concorso esterno in associazione camorristica. “I sentimenti di profonda stima e di infinita ammirazione che i cittadini della Campania nutrono nei confronti del cardinale Crescienzo Sepe – ha dichiarato Cosentino – non saranno minimamente intaccati dall’iniziativa della magistratura perugina”. Quanta stima abbia invece il Pdl nei confronti della magistratura lo ha ricordato il deputato Giancarlo Lehner: “Le mie origini israelite non fanno velo al dovere di solidarietà al cardinale Sepe, a don Gelmini ed a quanti altri, noti e sconosciuti, laici e non, torturati e calpestati dalla Bestia, incarnatasi nell’infernale circo mediatico-giudiziario. Sarà un caso, tuttavia, nel Vecchio Testamento, Satana (ha-satan) rappresenta il pm che accusa e infanga gli uomini davanti al Giudice Supremo, severo, certo, ma, almeno Lui, sicuramente terzo”.
Eppure, davanti alla magistratura Sepe comparirà. Sotto accusa per il ruolo di “prefetto” ricoperto fino al 2006 dentro Propaganda Fide, il cardinale ha dichiarato di essere intenzionato a parlare ai cittadini di Napoli, città di cui è cardinale, e di volere incontrare presto i pm. La natura di questa collaborazione è stata chiarita in mattinata da padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede. Il cardinale, che gode di passaporto diplomatico, collaborerà, ma “bisognerà tenere anche conto degli aspetti procedurali e dei profili giurisdizionali impliciti nei corretti rapporti tra Santa Sede e Italia, che siano eventualmente connessi a questa vicenda”.