“Se vuoi essere qualcuno devi rischiare tanto da meritarti il confino nella piccola Giaro o la galera. L’onestà vien lodata, ma muore di freddo. Ai delitti si devono i giardini, i palazzi, i banchetti, gli argenti d’antiquariato e le coppe a rilievi di caproni….
Arretrino i tribuni, la precedenza è alla ricchezza: chi è giunto a Roma appena ieri, con i piedi segnati dalla schiavitú, nemmeno alle cariche sacre deve cedere il passo, perché fra noi piú sacra d’ogni cosa è la maestà del denaro, anche se questa ricchezza funesta non ha un tempio per venerarla come l’hanno Pace, Fede e Vittoria, Virtú e Concordia, i cui nidi risuonano di gorgheggi al ritorno degli uccelli, e al denaro non abbiamo eretto un altare”
Decimo Giunio Giovenale, I Satira, I-II secolo d.C