Spuntano anche nell’affare rifiuti. Bertolaso è l’uomo del finto miracolo berlusconiano, superoe del Governo Prodi, prima delle dimissioni, e poi sottosegretario con delega nel governo di Berlusconi. Il risultato non cambia: un fallimento. Anche il cardinale Sepe fa capolino, solo indirettemante, in uno dei rivoli giudiziari della vicenda rifiuti. Il suo nome compare nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere (respinta dalla Camera), a carico di Nicola Cosentino, indagato per camorra, firmata nel novembre scorso dal Gip Raffaele Piccirillo. Nell’interrogatorio dell’imprenditore Michele Orsi, socio privato della società Eco4, ritenuta emanazione dei clan, poi ucciso in un agguato dal clan casertano, si raccontano le assunzioni a comando. Posti di lavoro per piegare le resistenze dei comuni e assecondare Cosentino, il dominus politico del consorzio.
Spunta anche il nome di Sepe. Orsi, il 15/06/2007, racconta: “(…). Una volta costituita l’Eco4, fu necessario renderla concretamente operativa, rendendosi necessario ottenere gli affidamenti da parte dei comuni. Intervenne anche qui Valente Giuseppe il quale ci consigliò di rivolgersi ai suoi referenti politici On. Cosentino Nicola e Landolfi Mario, affermando che era necessario tale sostegno per gli interessi della società. Rappresento che circa il 70% delle assunzioni che vennero poi operate per la Eco4 erano inutili ed erano motivate per lo più da ragioni politico-elettorali, richieste da Valente, Cosentino e Landolfi…. Sempre Cosentino ci richiese l’assunzione di due nipoti del Cardinale Sepe, da noi regolarmente attuate(…)”. L’indagine sulla cricca farà il suo corso e Sepe dimostrerà la sua innocenza, ma forse ha ragione Don Vitaliano Della Sala, prete di strada che ha indirizzato una lettere al cardinale. E gli ha rivolto un invito: “Approfittiamo per liberarci dalla frenesia delle cose inutili che ci fanno perdere di vista quelle davvero necessarie; approfittiamo per riconciliarci con la terra, che non deve più essere oggetto di sfruttamento, e con gli uomini e le donne che la abitano, che non devono essere più sfruttati. “Spalancate le porte a Cristo” è stato lo slogan dell’ultimo Giubileo: spalanchiamo le porte ai poveri cristi; spalanchiamo, ad esempio, le porte delle case di proprietà della Chiesa, e lasciamoci entrare i tanti, i troppi senzatetto”. Come dire, parole sante.
* in collaborazione con Nello Trocchia coautore di un libro sullo scandalo rifiuti di prossima uscita