Prima puntata di Telebavaglio – Parte 3 di 6
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- 08:22 - **Messina Denaro: perquisizioni in zona residenziale a Mazara del Vallo**
Palermo, 17 lug. (Adnkronos) - La procura distrettuale di Palermo, nell'ambito delle indagini finalizzate all'individuazione della rete di fiancheggiatori che ha sostenuto, nel corso degli anni, la latitanza di Matteo Messina Denaro, ha disposto perquisizioni ed ispezione di luoghi in una zona residenziale di Mazara del Vallo (Trapani). Le attività, fa sapere in una nota la stessa procura, sono state delegate congiuntamente ad investigatori della Polizia di Stato e dell'Arma dei Carabinieri.
Il provvedimento scaturisce dagli esiti di recenti approfondimenti investigativi svolti da investigatori dello Sco della polizia, e integrati da accertamenti eseguiti dal Ros dell'Arma dei Carabinieri, che, nel quadro della ricostruzione dei movimenti di Messina Denaro, hanno consentito di individuare un'area delimitata di Mazara del Vallo frequentata dall'ex latitante nei mesi precedenti l'arresto; in particolare è stato individuato un complesso residenziale dove si ritiene che Messina Denaro abbia avuto la disponibilità di una unità immobiliare tuttora non individuata.
E' stato quindi disposto lo svolgimento delle attività per la completa perquisizione di tutti i garage pertinenti allo stesso complesso abitativo e per effettuare una ispezione dei luoghi tesa ad accertare la possibile apertura di appartamenti e garage della struttura attraverso alcune chiavi, tuttora in sequestro, a suo tempo trovate nella disponibilità dell'ex latitante e di alcuni favoreggiatori.
- 08:17 - Rdc: Fi, 'iniziativa Lantieri personale, non rispecchia posizione partito'
Roma, 17 luh. (Adnkronos) - "L'iniziativa legislativa dell'onorevole Lantieri è, come lei stessa ha sottolineato, frutto di una posizione personale, che per non rispecchia le posizioni di Forza Italia a livello regionale e nazionale, né del suo gruppo parlamentare. Il nostro partito ha votato in modo convinto per l'abolizione di questa misura, che non riteniamo utile ad affrontare né il tema della povertà né le emergenze sociali". Lo dichiara il capogruppo all'Ars di Forza Italia Stefano Pellegrino, dopo che la collega azzurra ha depositato un disegno di legge che punta a creare l’Rrdc, il reddito regionale di cittadinanza, come rimarcato sui social dal leader M5S Giuseppe Conte.
"Certamente Forza Italia è impegnata a tutti i livelli istituzionali per dare risposte alle emergenze, per creare nuova economia e nuovo sviluppo, nuova impresa - prosegue dunque Pellegrino -. Ma come più volte ribadito a livello nazionale dal segretario Tajani e a livello regionale dal presidente Schifani, non sono le elargizioni indiscriminate e a pioggia a cambiare il quadro sociale, che ha invece bisogno di investimenti produttivi, sostegno alle imprese, sburocratizzazione, interventi di assistenza sociale lì dove effettivamente utili e necessari".
- 07:02 - Da 'influenza intestinale' strascichi fino a 5 anni, lo studio
Milano, 17 lug. (Adnkronos Salute) - Mai sottovalutare la cosiddetta influenza intestinale: la gastroenterite acuta può lasciare strascichi pesanti, persistenti fino a 5 anni. Può infatti evolvere in sindrome dell'intestino irritabile (Ibs), anche in forma grave. Lo ha scoperto uno studio pubblicato su 'Gut' (gruppo British Medical Journal) da un gruppo di ricercatori dell'università Cattolica del Sacro Cuore-Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. Sotto accusa virus come Sars CoV-2 e batteri aggressivi come Campylobacter ed Enterobacteriaceae, responsabili di tante infezioni gastrointestinali estive. La Ibs, in altre parole, potrebbe rappresentare un'ennesima 'eredità' del Covid, o anche una sequela della 'maledizione di Montezuma' o 'diarrea del viaggiatore'.
"La sindrome dell'intestino irritabile, un disturbo che coinvolge l'asse intestino-cervello - spiega Giovanni Cammarota, professore ordinario di Gastroenterologia della Cattolica e direttore della Uoc di Gastroenterologia del Gemelli - è caratterizzata da dolori addominali a insorgenza 'capricciosa', gonfiore, stipsi alternata a diarrea. Secondo le stime della Sige (Società italiana di gastroenterologia), affligge il 20-40% della popolazione italiana, con una predilezione per le donne e la fascia d'età compresa tra 20 e i 50 anni". Per alcuni è un disturbo di lieve entità, ma per molti altri è una condizione che impatta pesantemente sul quotidiano e sulla qualità di vita. Le cause non sono né ben definite, né univoche, e questo non aiuta a trovare soluzioni terapeutiche efficaci. Un contributo per colmare questa lacuna arriva dal nuovo lavoro, che ha puntato i riflettori sul coronavirus pandemico e su batteri aggressivi per l'intestino e pro-infiammatori come Proteobacteria ed Enterobacteriaceae.
"Dopo aver fatto una ricognizione accurata di tutta la letteratura scientifica sulla comparsa di Ibs in seguito a un episodio di gastroenterite - illustra Gianluca Ianiro, docente di Gastroenterologia della Cattolica, gastroenterologo del Gemelli e autore corrispondente dello studio - abbiamo evidenziato che i sintomi di Ibs compaiono in una persona su 7 dopo un episodio di infezione gastrointestinale. L'analisi dei dati ha consentito anche di appurare che, dopo questo 'innesco', i disturbi permangono per 6-11 mesi in almeno la metà delle persone colpite da una gastroenterite acuta; ma altri studi suggeriscono che la durata dell'Ibs potrebbe protrarsi fino a oltre 5 anni". Non solo. "La presenza di disturbi d'ansia, prima dell'episodio di gastroenterite - sottolinea Serena Porcari, contrattista presso la Uoc di Gastroenterologia del Gemelli e primo autore della ricerca - triplica inoltre il rischio di sviluppare Ibs".
"Per quanto riguarda gli agenti infettivi - precisa Porcari - il nostro studio ha evidenziato che la maggior comparsa di Ibs si ha dopo una gastroenterite acuta da Campylobacter (21%); le probabilità di sviluppare Ibs sono 5 volte maggiori dopo infezione da Proteobacteria o da Sars-CoV-2, e 4 volte maggiori dopo infezioni da Enterobacteriaceae".
"La fisiopatologia dell'Ibs - commenta Antonio Gasbarrini, coautore del lavoro e preside della Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'università Cattolica, ordinario di Medicina interna e direttore della Uoc di Medicina interna e Gastroenterologia del Gemelli - non è ancora sufficientemente nota e nell'immaginario collettivo, ma anche nell'opinione di molti medici, quelli che vanno sotto il nome di Ibs sono disturbi con un'importante componente psicologica e non una malattia di tipo 'organico'. Questo comporta il rischio di sottovalutare e sotto-trattare i pazienti, abbandonandoli ai loro disturbi".
"Visto che la gastroenterite è un'evenienza molto comune, i risultati del nostro studio - rimarca Gasbarrini - potrebbero essere rilevanti in un'ottica di salute pubblica e portare i medici a seguire con più attenzione l'evoluzione di questi disturbi in un paziente che abbia presentato un episodio di gastroenterite acuta".
- 07:02 - Migranti, nuova missione in Libia per Meloni
Roma, 16 lug. (Adnkronos) - Nuova missione in Libia per la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, oggi a Tripoli per prendere parte al segmento presidenziale del Trans-Mediterranean Migration Forum su invito personale del primo ministro Abdul Hamid Dabaiba.
Il Trans-Mediterranean Migration Forum è un’iniziativa del governo di Unità nazionale libico per promuovere il dialogo tra Nazioni europee e africane sulla gestione dei fenomeni migratori e sull’individuazione di politiche condivise. L’evento si inserisce anche nel quadro della visita di Dabaiba lo scorso 15 maggio a Bruxelles, durante la quale il primo ministro libico ha incontrato la presidente Ursula von der Leyen: sul tavolo lo sviluppo di una migliore cooperazione tra Ue e Libia anche nel settore migratorio, da realizzare a partire da priorità condivise. Per l’Unione europea oggi parteciperà al Forum il vice presidente della Commissione Margaritis Schinas.
Il vertice sulle migrazioni è strutturato in due segmenti: il primo, a cui parteciperà Meloni, è a livello di Capi di Stato e di governo e di vertici delle organizzazioni internazionali coinvolte, e sarà chiamato a fornire una visione strategica. Il secondo, cui parteciperà il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e a cui sono invitati numerosi ministri dell’Interno europei e africani, si concentrerà sulla cooperazione di sicurezza, incluso il contrasto al traffico di migranti e ai movimenti irregolari, lo scambio di esperienze e informazioni, i canali legali di migrazione. Subito dopo la missione a Tripoli, la premier partirà alla volta di Oxford per prendere parte al vertice della Comunità politica europea (Cpe). Anche qui, al Blenheim House, si parlerà del tema migratorio, per la prima volta in un summit del Cpe e su forte spinta italiana, rivendica Palazzo Chigi.
Conclusi i lavori a Tripoli, Meloni farà rotta a Oxford per prendere parte ai vertice della Comunità politica europea. Il Cpe, di cui fanno parte 47 Nazioni europee, offre ai Capi di Stato e di governo un momento di dialogo informale, finalizzato a favorire la coerenza delle rispettive politiche estere su temi di interesse comune, nonché collaborazione in materia di economia, energia, sicurezza, connettività, giovani e cultura.
Dall’edizione di Blenheim House si aggiunge -per la prima volta su forte spinta di Roma, rimarcano fonti italiane- il tema migratorio. Oltre che i rappresentati degli Stati, parteciperanno, per la Ue, il presidente uscente del Consiglio europeo Charles Michel e l’Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza uscente Joseph Borrell.
Il Vertice si svolgerà nella sola giornata del 18 luglio. La plenaria di apertura sarà dedicata all’Ucraina e alla sicurezza europea e sarà presieduta dal primo ministro britannico Keir Starmer e dal presidente Michel, seguiranno quattro tavole rotonde tematiche parallele dedicate a migrazione, copresieduta da Albania e Italia; energia e connettività, copresieduta da Norvegia e Slovenia; difesa della democrazia, divisa in due sessioni parallele copresiedute da Francia e Moldova e dal Consiglio Europeo e dal Montenegro.
- 07:01 - Dl liste attesa in Senato, niente fiducia ed emendamenti limitati
Roma, 16 lug. (Adnkronos) - Da oggi mercoledì 17 luglio, dalle 17, il dl Sanità - contenente le misure per tagliare le liste di attesa - sarà nell'Aula del Senato, dopo lo stop di ieri in attesa dei pareri del Mef.
Secondo quanto emerso, il governo non porrà sul testo la questione di fiducia, mentre le opposizioni presenteranno emendamenti mirati, senza intenti ostruzionistici. Il testo dovrebbe poi essere votato dall'assemblea nella giornata di giovedì.
In Aula le opposizioni hanno protestato dopo che il presidente della Commissione, Francesco Zaffini (Fratelli d'Italia), ha chiesto nell'Aula del Senato di rinviare l'esame. Il capogruppo del M5S Stefano Patuanelli ha accusato, parlando di "incapacità del governo che non riesce a dare i pareri per un testo che continua a dividere anche la stessa maggioranza". Il presidente dei senatori del partito democratico Francesco Boccia ha usato gli stessi toni, ricordando anche "ritardi che ci sono stati in commissione nel comunicare le inammissibilità" degli emendamenti.
"Sono estremamente fiducioso che entro al massimo la giornata di giovedì andremo in Aula con il provvedimento" sulle liste d'attesa, "che auspico si possa approvare senza l'apposizione della questione di fiducia. Ma anche qui dobbiamo fare tutti la nostra parte: se l'opposizione ce lo consente, noi vorremmo discutere gli emendamenti anche in Aula. Se arriva un numero sconsiderato di emendamenti, saremmo costretti a mettere la questione di fiducia", ha spiegato all'Adnkronos Salute Zaffini, presidente della Commissione Sanità del Senato.
Il testo del Dl liste d'attesa "nella conferenza dei Capigruppo di due settimane fa, se non vado errato, era stato messo all'ordine del giorno dell'Aula di oggi (ieri, ndr). Ma è ovviamente escluso, io vado in Aula a dire che non siamo pronti. Entro giovedì, però, si deve approvare, sono molto fiducioso", ha aggiunto.
L'emendamento è a firma del relatore Ignazio Zullo (Fdi). Ora "ci sono passaggi prettamente tecnici" da ultimare, come la bollinatura del Mef sulle proposte di modifica. "Abbiamo adesso questa nuova convocazione" della Commissione, "e abbiamo altre convocazioni in calendario, attendiamo i pareri che ti completino i percorsi di formazione della norma previsti dal regolamento e dalle leggi", ha riepilogato Zaffini.
"Io sono fermamente convinto della necessità di mantenere la sanità regionale e sono anche fermamente convinto che il regionalismo debba recuperare livelli di efficacia nelle prestazioni, specialmente quando queste prestazioni sono prestazioni sanitarie sulle quali i ritardi non sono più ammessi", ha puntualizzato il senatore FdI che ammette: "Il mio testo perfetto sarebbe stato quello che usciva dal Consiglio dei ministri. Detto questo, come presidente di Commissione il mio impegno massimo in questo momento è consentire la conversione del decreto nel migliore dei modi possibili".
Nel frattempo, in Commissione Affari sociali e Salute del Senato, con la riformulazione dell'articolo 2 del decreto, è stato stabilito - dopo la contrarietà espressa dalla Conferenza delle Regioni - che non saranno più previste verifiche dirette del ministero della Salute sui servizi sanitari regionali e sulle liste d'attesa, ma i controlli e gli interventi 'correttivi' verranno portati a termine dalle Regioni attraverso il Ruas, responsabile unico regionale dell'assistenza sanitaria.
Salta dunque, nel dettaglio, il comma 2 dell'articolo 2, che dava ampio margine di intervento agli uffici del ministero - all'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria, istituito a Roma - affidandogli "il compito di vigilare e svolgere verifiche presso le aziende sanitarie locali e ospedaliere e presso gli erogatori privati accreditati, sul rispetto dei criteri di efficienza e di appropriatezza nella erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie e sul corretto funzionamento del sistema di gestione delle liste di attesa e dei piani operativi per il recupero delle liste medesime".
Discrezionalità e poteri che vengono ora mitigati, come indica il nuovo art. 3, nella riformulazione del Governo, approvato in Commissione X: "Al fine di promuovere e assicurare la piena ed efficace tutela degli interessi dei cittadini al corretto utilizzo dei finanziamenti erogati e superare le divergenze esistenti nei differenti sistemi sanitari regionali, l'Organismo può esercitare il potere di accesso presso le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, le aziende ospedaliere universitarie e i policlinici universitari, presso gli erogatori privati accreditati, nonché presso tutti gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico, anche se trasformati in fondazioni, per verificare e analizzare le disfunzioni emergenti a seguito del controllo delle agende di prenotazione", prevedendo però che "le risultanze dei controlli effettuati vengono comunicati al Ruas, che provvede a valutare i conseguenti interventi".
"Questo è passato da essere il decreto fuffa al decreto zuffa. Litigano tra loro, la Lega ha fatto un emendamento abrogativo, e con le Regioni, la maggior governate dalla destra", ha detto la segretaria del Pd, Elly Schlein, nel corso di una conferenza stampa in Senato. "Hanno bocciato sonoramente il decreto", ha detto riferendosi alle Regioni.
"Non vogliono trovare le coperture, perché nella loro visione non si deve finanziare meglio la sanità pubblica. Assurdo fare un decreto a invarianza di spesa", ha sottolineato. "Faccio un appello alla serietà nel nome degli italiani, come Pd non accettiamo che si prendano in giro gli italiani", ha aggiunto.
"Il Governo si deve fermare, dare ascolto al mondo della sanità, alle Regioni, e a noi che rimaniamo disponibili a discutere in Parlamento. Pare che Meloni sia più preoccupata di tenere buono Salvini che non il diritto alla salute degli italiani", ha detto ancora.
- 20:30 - Milano-Cortina: Riesame conferma sequestro e non scioglie dilemma su fondazione
Milano, 16 lug. (Adnkronos) - I giudici del Riesame hanno confermato il sequestro preventivo di atti e dispositivi effettuato nella perquisizione della Guardia di finanza, e non hanno ritenuto di affrontare, in questa fase cautelare, il dilemma se la Fondazione Milano Cortina 2026 è un ente di natura privata o pubblica. Lo si apprende da fonti giudiziarie. Il provvedimento respinge dunque il ricorso presentato dalla difesa dell'ex direttore Massimiliano Zuco e segna un punto a favore della procura di Milano nell'inchiesta su corruzione e turbativa d'asta che ha portato a indagare anche l'ex amministratore delegato dell'ente Vincenzo Novari e l'imprenditore Luca Tomassini per presunte irregolarità negli appalti dei servizi digitali, nel periodo in cui Novari era amministratore delegato.
Nelle motivazione della conferma del sequestro i giudici avrebbero riqualificato il reato in traffico di influenze illecite e non avrebbero sollevato la questione di costituzionalità sul decreto del governo. Nel decreto legge dello scorso giugno si ritiene l'ente una società privata chiarendo "che le attività svolte dalla Fondazione 'Milano Cortina 2026' non sono disciplinate da norme di diritto pubblico e che la fondazione non riveste la qualifica di organismo di diritto pubblico" e che "opera sul mercato in condizioni di concorrenza e secondo criteri imprenditoriali". In questa fase per i giudici del Riesame non è rilevante sciogliere il dilemma sulla natura dell'ente, dunque resta il nodo tra pubblico e privato.
I titolari del fascicolo - la procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano e i pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis - ribadiscono da sempre la natura pubblicistica della fondazione, in quanto perseguirebbe uno scopo di interesse generale di natura non commerciale-industriale e in conformità agli impegni assunti dall'Italia, nel rispetto della Carta olimpica, lo farebbe con garanzie dello Stato e degli enti locali chiamati a ripianare alla fine l'eventuale deficit di bilancio dei Giochi. I reati contestati dalla procura hanno come presupposto che i dirigenti della Fondazione siano assimilabili a pubblici ufficiali o a incaricati di pubblico servizio, altrimenti l'inchiesta - che contesta alcune gare dei servizi digitali dei Giochi olimpici e paralimpici o alcune assunzioni - rischierebbe di essere finita prima di iniziare.
- 19:04 - Italia Longeva, aumenta assistenza a domicilio ma servono più cure sul territorio
Roma, 16 lug. (Adnkronos Salute) - Cresce, anche se poco, l'assistenza domiciliare (Adi) degli anziani fragili, ma è fondamentale potenziare le cure sul territorio per non subire la pressione demografica. Nei prossimi 20 anni, si stima, saranno all'incirca 6 milioni gli over 65 soli e a rischio di isolamento. Oggi il 64% delle persone con demenza, tra le prime cause di perdita di autonomia negli anziani, non viene preso in carico in una struttura sociosanitaria, con un onere fortissimo per milioni di famiglie. Va poi considerato che, laddove c'è meno assistenza domiciliare, aumentano gli accessi al pronto soccorso e i ricoveri inappropriati e, dunque, la spesa a carico del servizio sanitario. E' quanto emerge dall'Indagine 2024 di Italia Longeva che, a partire dai dati del Sistema informativo del ministero della Salute, fotografa l'andamento della Long-term care nel nostro Paese, cioè dell'assistenza territoriale offerta ai cittadini fragili in risposta ai diversi livelli di intensità dei loro bisogni.
Il report è stato presentato oggi al ministero della Salute nel corso della nona edizione degli 'Stati generali dell'assistenza a lungo termine - Long-Term Care Nine', l'appuntamento annuale di Italia Longeva che riunisce gli attori che, ai vari livelli, si occupano di programmare e gestire l'assistenza agli anziani. L'indagine mostra che il bisogno di assistenza domiciliare agli anziani è enorme - riporta una nota - nonostante il trend di crescita degli over 65 che beneficiano di cure a casa, passati dai 252mila (1,95% del totale) del 2014 ai quasi 550mila (3,89%) del 2023. Secondo i dati forniti dalle Regioni al ministero della Salute, sarebbero oltre 80mila in più gli anziani che nell'ultimo anno sono stati assistiti al domicilio rispetto al 2022, dato positivo, ma che sembra non trovare riscontro nel 'mondo reale'. C'è poi un altro 2,88% di ultra 65enni (404.235 persone) che ha ricevuto cure residenziali (Rsa) nell'ultimo anno. Un'accelerazione dell'offerta dei servizi di Adi e Rsa è quanto mai prioritaria per evitare che la mancata gestione dell'invecchiamento diventi la vera malattia del Paese, sempre più chiamato a fare i conti con le conseguenze della pressione demografica: aumento del carico di cronicità, disabilità e non autosufficienza che amplificano i bisogni di salute, oltretutto in un contesto di assottigliamento delle reti familiari.
"Leggiamo con cauto ottimismo i numeri sull'Adi forniti dalle Regioni - commenta Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva - L'invecchiamento della popolazione e l'aumento delle malattie ad esso correlate (diabete, patologie cardiovascolari, demenze) ci impongono di premere l'acceleratore per potenziare e rendere più omogenea l'assistenza sul territorio. Continuiamo a concentrarci sull'Adi perché siamo convinti che sia l'unica risposta possibile di un servizio sanitario in grado di affrontare e non di subire l'assistenza agli anziani. Pensiamo agli accessi in pronto soccorso e ai ricoveri inappropriati, ma anche alla necessità di garantire la messa in sicurezza dei pazienti fragili che vengono dimessi dall'ospedale, soprattutto di coloro che sono privi di un supporto familiare".
A tal proposito - prosegue la nota - sono state calcolate 600mila giornate di degenza inappropriate all'anno per gli over 70 (fonte Agenas su dati Sdo 2019), solo per la gestione di cronicità come diabete e ipertensione, che contribuiscono al sovraffollamento degli ospedali e all'aumento delle liste d'attesa, nonché al fenomeno delle dimissioni tardive per mancata disponibilità di presa in carico sul territorio. "Potenziare i servizi di Long-term care, in particolare le cure domiciliari - aggiunge Bernabei - significa costruire un ponte tra ospedale e casa, e dare finalmente un'assistenza congrua ai nostri anziani".
L'urgenza di rafforzare l'offerta di Long-term care - per Italia Longeva - va letta anche alla luce del peso crescente delle malattie neurodegenerative in un Paese con 14,3 milioni di anziani, di cui oltre 4,5 milioni di 80enni, e previsioni che stimano una quota del 34% di over 65 nei prossimi 20 anni, con gli over 80 che supereranno i 6 milioni. L'Indagine 2024 ha aperto una finestra sulla demenza, condizione che in Italia interessa 1,5 milioni di persone, di cui oltre 600mila sono affette da malattia di Alzheimer, cui si aggiungono altri 900mila italiani con diagnosi di pre-demenza. Questi numeri, uniti all'impatto economico della gestione e del trattamento dei pazienti con demenza - 23,6 miliardi di euro, di cui oltre il 60% a totale carico delle famiglie - danno la misura dell'imponente domanda di cure e supporto specifici che si rendono necessari e sempre di più lo saranno nel prossimo futuro.
"Anche quest'anno Italia Longeva ha offerto una fotografia sullo stato dell'arte della Long-term care lungo lo Stivale, aggiungendo un focus specifico sulle malattie neurodegenerative che accompagnano l’invecchiamento della popolazione - afferma Davide Vetrano, geriatra ed epidemiologo, consulente scientifico di Italia Longeva - L'Italia sta facendo dei passi in avanti nell'organizzazione e nell’offerta dei servizi di Adi e Rsa, che rappresentano le due componenti cruciali di una risposta sanitaria coerente alle esigenze degli anziani più fragili. Il panorama geografico delle cure domiciliari resta estremamente variegato: Molise, Abruzzo, Basilicata, Toscana e Umbria sono quelle che fanno meglio, con tassi di copertura di Adi superiori al 4,5%. Per quanto riguarda le cure residenziali, sono poco più di 400mila gli over 65 che ne hanno beneficiato nell'ultimo anno, ancora una volta con una distribuzione a macchia di leopardo: tassi di residenzialità più elevati si registrano nelle regioni del Nord - provincia autonoma di Trento (9,9%), Veneto (5,9%), Piemonte (5,4%), Lombardia (4,6%) e pa di Bolzano (4,3%) - e sono per lo più correlati alle peculiari caratteristiche del tessuto sociale".
Per affrontare efficacemente la fragilità degli anziani, "sono necessari - elenca Bernabei - setting assistenziali, conoscenze e competenze specifiche, e la capacità del sistema di assicurare la continuità della presa in carico tra i diversi livelli e luoghi di cura. Innanzitutto prendendo in carico gli anziani nel proprio ambiente domestico il più a lungo possibile, fornendo cure mediche, infermieristiche e riabilitative e supporto adeguati per mantenere una buona qualità della vita".
"Ma il principio guida di questa rete di assistenza - conclude il presidente di Italia Longeva - è quello di trovare la migliore soluzione assistenziale per il paziente sul territorio, a seconda della complessità dei suoi bisogni: servizi di Adi, accesso in Rsa, strutture di lungodegenza o hospice, in cui ciascun attore, professionista, caregiver, gioca la sua parte per dare risposte coerenti alle esigenze degli anziani".
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