Finalmente si parte. Ho avuto la fortuna che il Fatto Quotidiano mi concedesse libertà assoluta nello scegliere gli argomenti da trattare e i dischi, le band e i concerti da analizzare. Premetto che utilizzerò questo privilegio – del quale non sarò mai grato abbastanza – in maniera soggettiva, cercando di selezionare dischi o album ignorati dal pubblico e dalla gran parte dei recensori cosiddetti “generici”.
Trascurerò invece tutto ciò su cui non mi sentirò di aggiungere nulla rispetto agli ettolitri di inchiostro versati su giornali e riviste, e alle migliaia di byte sparsi in Rete. Non sarà un blog obiettivo: il mio punto di vista naturalmente gli darà l’impronta. Il mio intento è quello di renderlo come l’inizio di un viaggio all’interno della Musica che amo profondamente, e nei confronti della quale provo gratitudine.
Si tratta di un viaggio che spero di intraprendere in compagnia di molti di voi, nel corso del quale – si preannuncia – incontreremo personaggi a volte bizzarri altre volte seri; ci saranno sirene e ipnotizzatori, viaggeremo – questo è garantito – in tutte le condizioni atmosferiche, in autostop col pollice alzato, e ci saranno tempeste ma con piacevoli approdi e impareremo a conoscere e a conoscersi.
Per tutti coloro che vorranno prender parte a questo viaggio posso dire che vivremo insieme momenti di grande passione ma anche di odio, di rabbia ma anche di speranza. Il lettore non avrà difficoltà ad individuare gli artisti che amo, gli album che prediligo: tra le rock band trattate è possibile che generi qualche perplessità la profonda ammirazione che nutro nei confronti dei Pearl Jam e del movimento Grunge, quello che nacque nei primi anni Novanta ed ebbe l’apice durante gli “Happy Times” clintoniani nella cara Seattle.
Spero che tanta ammirazione riuscirà a procedere di pari passo con la musica indipendente: voglio proporre uno spazio per favorire giovani band che difficilmente trovano spazio sulle grandi testate. Questo spazio è anche per voi. E’ proprio dal mondo underground che sono venuti fuori alcuni dei fermenti più interessanti degli ultimi anni. E allora scrivetemi, e fatevi conoscere!
Ci sarà molto da imparare durante questo viaggio: spero siate solidali e che il futuro non mi riservi la stessa sorte del cartografo protagonista di un racconto del grande Jorge Luìs Borges che deve disegnare il mondo. Dopo aver dipinto oceani, continenti, montagne, vallate pianure e città, si accorge – quando l’opera è conclusa – di aver realizzato un autoritratto.
E allora per evitare che ciò accada chiedo di mettere anche del vostro, non solo opinioni ma proposte. Non esitate a contattarmi. Sarò lieto di accogliere quanti vorranno partecipare. Contattatemi all’indirizzo: prinaldis@gmail.com o sulla mia pagina facebook.
A tutti buon viaggio. Vive le rock