Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, è artefice di una manovra che taglia le risorse delle amministrazioni locali. E il suo ex collega di governo, il leghista Luca Zaia, oggi presidente della Regione Veneto, elogia la disobbedienza fiscale. “Può essere vista di buon grado – spiega il neo governatore, fino a marzo scorso responsabile del dicastero dell’Agricoltura -. Ben vengano strategie di tipo muscolare per smuovere le cose a Roma”. È una risposta ai primi cittadini dei sette capoluoghi di provincia veneti che lunedì 21 giugno si erano incontrati per protestare contro le misure decise da Tremonti.

Dalla riunione, ospitata a Verona dal sindaco Flavio Tosi, era uscita la proposta di rispondere alle scelte dell’esecutivo con il rifiuto di versare a Roma le imposte incassate dai Comuni. Un’idea che a Zaia è subito piaciuta. Anche se, visto che la Lega fa parte del governo, Zaia ha dato un colpo al cerchio e uno alla botte: “La disobbedienza fiscale è l’ultima spiaggia alla quale non dovremmo mai approdare. Se però, in famiglia, ti trovi senza più risorse perché qualcuno te le sta portando via, allora decidi di non pagare più visto che i tuoi figli stanno morendo di fame”. Parole che non nascondono tuttavia la confusione che negli ultimi giorni si è impadronita dell’alleanza tra Pdl e Carroccio.

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