Neanche il tempo di scegliere il nome per il suo dicastero (attuazione del federalismo o sussidiarietà e decentramento?) e il neo ministro Aldo Brancher ha svelato il motivo per cui è stato nominato. Questa mattina l’avvocato Piermaria Corso, difensore di Brancher, ha depositato un’istanza in cui chiede che venga applicata la legge sul legittimo impedimento nei confronti del suo assistito, in vista dell’udienza del processo in cui Brancher e’ accusato di appropriazione indebita per il ‘caso’ Antonveneta.
L’udienza è in programma sabato davanti al giudice monocratico della V Sezione Penale del tribunale di Milano. L’avvocato Corso chiede che il processo venga rinviato in applicazione della normativa che prevede la possibilità di ‘congelare’ i procedimenti che riguardano le più alte cariche dello Stato e i ministri. A questo punto è probabile che i giudici stralcino la posizione del ministro e proseguano il processo per la moglie, anch’essa imputata.
Brancher, ex prete, storico collaboratore di Berlusconi, una condanna definitiva durante Tangentopoli schivata per la prescrizione del reato, è oggi imputato a Milano per appropriazione indebita. Secondo i pm, lui e la moglie avrebbero ricevuto centinaia di migliaia di euro dall’allora amministratore delegato della Banca Popolare di Lodi, Giampiero Fiorani, durante la tentata scalata ad Antonveneta.
“La maschera è caduta, si è capito il vero motivo di questa nomina” – ha immediatamente commentato il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini. Più caustico il commento di Massimo Donadi, capogruppo alla Camera dell’Italia dei Valori: “Ormai – ha detto Donadi – per sfuggire alla giustizia ci sono solo due strade: la latitanza o una poltrona nel governo Berlusconi”