Ci risiamo. Durante il pomeriggio e fino alla mezzanotte di ieri ci è stato impossibile aggiornare il sito. Quasi tutto quello che vedete adesso in homepage avrebbe dovuto essere pubblicato alle 15 di giovedì 24 giugno. Le spiegazioni che ci sono state date sono tante, ma nessuna di queste è ancora risolutiva. Comunque noi siamo qui, ai computer. Quello che sappiamo fare lo sapete: produrre contenuti, trovare e raccontare notizie, dire quello che gli altri non dicono. Ma dal punto di vista informatico siamo piuttosto scarsi. Così, anche se era chiaro che esordire con una versione Beta sarebbe stato difficile, nessuno dei tecnici a cui ci siamo affidati ci aveva detto a quali traversie saremmo andati incontro.
In ogni caso esistiamo. Ed è già tanto. Ce la siamo cavata, ma una nuova nottata ci attende. La fatica e lo stress salgono al pari di quelli dei nostri autori e blogger. Non siamo ancora riusciti a pubblicare tutti i post. In molti blog, anzi, ci sono pure foto, biografie e titoli sbagliati. Stiamo valutando nuove strade e nuove strategie. Vi faremo sapere.
Ci dispiace poi che alcuni abbonati non siano riusciti ad accedere alla sezione da cui si scarica il giornale in pdf. Il sistema adottato è macchinoso: cercheremo di farlo migliorare subito.
Ma ciò che ci deprime di più è il non essere sulle notizie. L’intervista telefonica di Carlo Tecce al cosiddetto direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è da scuola di giornalismo. Gi aspiranti colleghi devono vederla per imparare da Tecce e fare l’esatto contrario di quello che fa Minzolini. Ci sarebbe piacito metterla subito in primo piano (la nostra apertura) già ieri. Ma a causa dello stop forzato, siamo stati costretti a pubblicarla soltanto oggi e quindi con minore evidenza. Il posto che quella telefonata avrebbe meritato è infatti ora occupato dalla nostra prima vera grande inchiesta multimediale. Una ricostruzione audio video del Watergate italiano. Il caso Favata: una storia di potere, fatta di ricatti, minacce e uso spregiudicato dei media che chiama pesantemente in causa il Presidente del Consiglio. Stasera, se saremo in rete, vedrete la seconda puntata.
Siamo determinati a non mollare. Abbiamo troppo da raccontare. A presto.
Peter Gomez e Marco Travaglio