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Il silenzio di Zapatero

In fondo, non sono passati che due anni e mezzo. Ma questa volta Zapatero si è guardato bene dallo sbilanciarsi in inutili celebrazioni, che sarebbero per giunta risultate patetiche. Secondo le cifre diffuse da Eurostat, la Spagna mantiene la sua posizione di vantaggio rispetto all’Italia quanto a reddito pro capite, e addirittura si avvicina alla Francia. Stranezze degli istituti di statistica.

Quando, alla vigilia di Natale del 2007, venne per la prima volta ufficializzato il “sorpasso” iberico, il premier non stava nella pelle. Durante il tradizionale ricevimento di fine anno con la stampa estera, si fermò a lungo a chiacchierare con i giornalisti italiani, dando lezioni a Prodi, Sarkozy e persino Merkel. Sì, perché il seguente obiettivo era quello di superare la Germania.

A pochi metri di distanza, nel grande salone della Moncloa, uno stretto collaboratore del presidente mi diceva quasi sottovoce: “No hay quien se lo crea”, non ci crede nessuno. I primi segnali di crisi cominciavano a fare capolino, ma Zapatero faceva finta di non vedere. Oggi, con i suoi quattro milioni e mezzo di disoccupati, la Spagna è un paese con l’acqua alla gola. E di fronte ai numeri di Eurostat, il premier decide per la prima volta di fare la cosa giusta: tacere.