“Non si capisce quali deleghe il ministro abbia, insomma non so che ministro è”. Così il pm Eugenio Fusco ha motivato la decisione di opporsi alla richiesta di legittimo impedimento avanzata dal ministro Aldo Brancher nel processo che lo vede imputato di tentativo di scalata ad Antonveneta. Fusco ha detto di sentirsi “preso in giro”: la certificazione addotta dal neoministro sarebbe piena di “lacune”. “So – ha detto Fusco – che Brancher è un ministro senza portafoglio, ma non so con quali deleghe perché nel documento della Presidenza del Consiglio non sono scritte: come posso immaginare i suoi impegni istituzionali non rinviabili? Che abbia almeno la bontà di precisare quali sono le sue deleghe”.

Pur evidenziando profili di incostituzionalità del provvedimento sul legittimo impedimento, il Pm non ha chiesto la trasmissione degli atti alla Corte Costituzionale. Ha detto, però, che nel caso in cui il giudice dovesse decidere di farlo sarebbe inevitabile uno stralcio della posizione di Brancher rispetto a quello della moglie, Luana Maniezzo, coimputata del ministro. In caso contrario, Fusco si è augurato che il processo prosegua in tempi brevi: “Eravamo d’accordo che il processo si sarebbe fatto a luglio, con sacrificio da parte di tutti, a cominciare da me”, ha sintetizzato.

La decisione del pm era stata in qualche modo anticipata da una nota diffusa ieri dal Quirinale:  “Nessun legittimo impedimento – si leggeva nel testo – perché non c’è nessun nuovo Ministero da organizzare in quanto l’onorevole Brancher è stato nominato semplicemente ministro senza portafoglio”.

Il video dell’intervento del Pm

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