A Livorno nel 1921 è stato fondato il Pci. A Livorno nel 2010 nasce l’ennesima corrente del Pd che tiene a precisare subito di volersi far conoscere come il “gruppo che fin dalle prima battute e dal proprio statuto ha stabilito di non voler assolutamente essere una corrente interna al Pd, anzi un luogo dove arginare la logica delle divisioni interne”. Parole nuove.
Il lancio della nuova corrente non-corrente è stato affidato a Vannino Chiti e al sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, il quale ha deciso di ammorbare l’universo-creato con il solito pippone sull’esigenza di non rivolgersi più al passato e su quella di essere radicati nel territorio, ecco le sue originalissime riflessioni:
“Il Pd deve smetterla di guardare al passato. Prima ancora di discutere di statuto e di assetto, noi dobbiamo cambiare linguaggio, recuperando il rapporto con il territorio e puntando alla riduzione dei costi della politica”.
Cambiare linguaggio potrebbe essere un’idea evitando, innanzitutto, di pronunciare l’orribile parola, ormai protoleghista, “territorio”. Giusto per non annoiare Cosimi passa poi a parlare della necessità di “trovare un accordo su come deve evolvere l’organizzazione del partito: su questo punto bisogna tornare a parlare di diritti e partecipazione”.
Ma la vera perla del sindaco di Livorno è questa: “Trovo singolare che oggi l’unico a parlare di futuro sia il Papa”. A non far mancare alla discussione un’ulteriore spolverata di invida del “celodurismo” bossiano ci ha pensato il vicesindaco di Firenze, Dario Nardella, per il quale “è urgente fare scelte radicali”. Quali? Ovviamente “la centralità del tema del federalismo, in un Paese ancora troppo diviso fra Sicilia e Friuli”. Infatti, diamoci la sforbiciata finale.