Secondo i suoi connazionali che ora hanno organizzato una colletta per rimpatriare al sua salma, Sardear è morto letteralmente di fatica: troppe precarie le sue condizioni di vita, troppo debilitanti quelle giornate sotto al sole ore piegato da carichi gravosi.
La spiaggia dove il giovane ambulante è caduto stroncato da un infarto, è la stessa dove solo venti giorni prima, il 6 giugno, una turista austriaca era stata multata dai vigili: 1000 euro di verbale per aver comprato un borsellino da un collega di Sardear (magari da lui stesso). E Jesolo è la stessa spiaggia dove lo scorso 10 giugno, nei confronti di un venditore ambulante di cocco è stata emessa dai vigili locali una sanzione di 5mila euro (“Questa è normale routine” hanno commentato dalla polizia municipale).
La vicenda dell’abusivismo e delle griffe contraffatte è certamente complessa e non si risolve con gli slogan. Ma va riportato come che la presidente leghista della provincia Venezia (e quindi anche di Jesolo) Francesca Zaccariotto, aveva proposto solo qualche giorno fa di “imputare per tentato omicidio” gli ambulanti che fuggendo dai vigili travolgono i passanti. La stessa Zaccariotto adesso esprime cordoglio per la vita di Sardear e aggiunge: “Il nostro obiettivo deve essere quello di contrastare sì chi opera nell’illegalità, ma allo stesso tempo facilitare l’inserimento dei lavoratori extracomunitari che intendono operare nella legalità ed inserirsi onestamente all’interno delle nostre comunità nel rispetto delle regole”.
Proprio una bella idea. Peccato che in questi anni il governo azzurro-leghista ha fatto di tutto (sui ricongiungimenti familiari, l’accesso al voto e alla cittadinanza, l’affitto agli irregolari, le taglie sui clandestini) per rendere la vita impossibile agli immigrati. Per il governo gli immigrati sono solo legna da ardere nella caldaia della nostra economia. E se un giorno per caso scopriamo che hanno anche un nome, non promettiamo diritti, ma esprimiamo cordoglio.