C’è qualcosa di molto triste e pornografico nell’esultanza di quasi tutto il Pdl per l’esito del processo Dell’Utri. Decine e decine di uomini e donne, mandati in Parlamento non sull’onda del voto popolare, ma per chiamata diretta del loro leader, festeggiano oggi una condanna a 7 anni per fatti di mafia. E lo fanno solo perché si dicono convinti che la sentenza abbia escluso rapporti, tra Cosa Nostra e l’ideatore di Forza Italia, nel periodo in cui questi fondava con Silvio Berlusconi il partito. Questa tesi è facile da confutare. E noi, tra qualche riga, lo faremo.

Il punto importante è però un altro. Per fortuna di tutti questo Paese è migliore di chi immeritatamente lo rappresenta in Parlamento. È migliore di quelli che a destra esultano. E di quelli che a sinistra, nelle file del Pd, per ore e ore hanno saputo solo stare in silenzio (Bersani dove sei?).

Questo infatti non è solo il Paese dei Previti, dei Dell’Utri, dei molti furbetti del quartierino che fanno scempio della decenza e dei beni della collettività. Questo è, invece, il Paese che ha dato i natali a Falcone, Borsellino. È il Paese che ha visto morire Libero Grassi, un imprenditore ucciso perché si rifiutava pizzo proprio mentre, dice il verdetto di oggi, il Cavaliere pagava e taceva. Questo è il paese della Confindustria siciliana che espelle dalla sua organizzazione non solo i collusi, ma pure chi versa tangenti alla mafia. Industriali che, codice penale alla mano, non commettono reati, ma sono vittime di un reato. Gente però che col proprio comportamento (la mancata denuncia) finisce oggettivamente per rafforzare Cosa Nostra. 

Questo è il Paese delle centinaia di migliaia di associazioni di volontariato – laiche e cattoliche – che senza chiedere nulla in cambio, tutti i giorni, danno una mano a chi soffre. Questo è il Paese dei sindacati che mandano i loro iscritti a lavorare nelle terre confiscate. Ed è il Paese di chi si alza ogni mattina alle 6, paga le tasse e cerca d’insegnare qualcosa di buono ai suoi figli.

Questo è il nostro Paese.

E lo è anche se le televisioni ce lo nascondo. Anche se Augusto Minzolini continua ad usare trucchi semantici per non utilizzare nei titoli e nei servizi la parola condanna (“pena ridotta a Dell’Utri, il senatore assolto per la trattativa Stato mafia”). Anche se la nostra classe dirigente, ormai in putrefazione, continua a pensarsi specchio di una realtà che non esiste.

Perché chi esulta oggi è doppiamente truffatore. Verso il proprio elettorato, formato in maggioranza da persone per bene che mai si sognerebbero di avere rapporti continuativi con mafiosi e camorristi. E verso la Storia e la verità.

Chiunque abbia superato gli esami di procedura penale sa infatti benissimo che in appello le sentenze possono essere solo confermate o riformate. Dire, prima di averne lette le motivazioni, che il verdetto di oggi esclude i rapporti mafia e politica dopo il 1992 è un falso clamoroso. Nel dispositivo della sentenza (se è il caso) i giudici possono solo scrivere che “il fatto non sussiste”, anche se a queste conclusioni sono arrivati perché non hanno trovato abbastanza riscontri alle parole dei collaboratori di giustizia. O perché gli elementi raccolti (questi sì indiscutibili) non bastano per dimostrare che Dell’Utri, oltre aver frequentato mafiosi o loro amici anche in anni recenti, abbia loro fatto dei favori. Prima di parlare dunque è necessario aspettare.

Ma gli ipocriti e i bugiardi oggi smascherati hanno fretta. Urlano per nascondere la loro vergogna. E lo fanno forte.

Noi però, anche davanti alla furia di chi sta al Potere, non dobbiamo aver paura. Le cose, anche se a volte ci facciamo prendere dallo sconforto, stanno rapidamente cambiando. Chi mai, solo qualche anno fa, magari dopo la sentenza Andreotti, avrebbe potuto pensare che un giorno il braccio destro dell’uomo più ricco e potente d’Italia, sarebbe stato condannato in primo grado e in appello? Chi mai avrebbe potuto pensare che Berlusconi, pur forte di un’amplissima maggioranza elettorale e parlamentare, si sarebbe trovato alla guida di un governo che di settimana in settimana diventa più instabile?

Il futuro insomma è dalla nostra parte.

Noi ora dobbiamo solo immaginarlo e costruirlo.

   

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