“Irragionevole” calendarizzare a fine luglio il ddl sulle intercettazioni. A dirlo, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa Ansa, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, al termine della conferenza dei capogruppo di Montecitorio che stamani ha indicato per il 29 luglio la data di discussione in aula alla Camera del ddl. E il Pd annuncia: “Sarà un inferno per la maggioranza”, ha detto il capogruppo Dario Franceschini. La “pretesa di voler approvare il ddl sulle intercettazioni ci spinge a una opposizione durissima e intransigente”. E accusa Fini: “Il calendario non è stato approvato non all’unanimità, in questi casi decide il presidente. E Fini ha deciso in modo che non condividiamo”. Secondo quanto ha riportato l’Ansa Fini avrebbe sottolineato però come il voler mettere in calendario quel testo a fine luglio sia “solo un puntiglio” considerando che la discussione slitterà a settembre comunque. Fini non avrebbe potuto rinviare il testo direttamente a dopo agosto perché facendolo sarebbe “venuto meno al proprio dovere istituzionale”. Certo è che stamani, dopo la richiesta della maggioranza di insirire nel calendario di luglio la discussione del ddl, il presidente della Camera si era limitato a prendere “atto dell’opinione prevalente dei gruppi”.
I tempi non saranno contingentati trattandosi di primo calendario. Questo, aveva commentato uscendo dalla conferenza dei capigruppo, Franceschini, “vuol dire che il testo non verrà assolutamente votato a luglio ma che sarà necessario arrivare alla prima settimana di agosto. E’ una cosa non logica: serve solo a comprimere l’esame della manovra (economica, ndr) per un testo che comunque sarà modificato e dovrà tornare al Senato. Insomma, è una forzatura sbagliata”. Michele Vietti dell’Udc rivolge un invito al Pdl: “‘Fare una questione di puntiglio significa far spegnere la voglia di dialogare anche in chi quella voglia ha sempre dimostrato di averla”‘. Ma la maggioranza respinge l’accusa al mittente. ”Nessuna prova di forza ed è assolutamente improprio parlare di forzature”, spiega il capogruppo del Pdl, Fabrizio Cicchitto.
Fini avrebbe espresso dubbi anche sui tempi. La discussione generale della manovra economica alla Camera prenderà il via soltanto il 23 luglio, così come deciso stamani in conferenza dei capigruppo. Ma deve ancora passare per il Senato e poi servono 15 giorni per l’esame da parte delle commissioni di Montecitorio. Se dunque il provvedimento non arriva in Senato prima del 9 luglio la discussione sul ddl intercettazioni difficilmente potrà cominciare il 29.