L’ha ripetuto proprio ieri Tiziana Ferrario, l’ennesima epurata del Tg1: “Il principale telegiornale italiano è un’arma di distrazione di massa”. E per sotterrare la notizia su Marcello Dell’Utri – condannato in Appello a 7 anni di carcere – la distrazione è sublime. Scientifica. Il primo fastidio è il titolo. Dove posizionare la sentenza di Palermo? Dietro, non troppo. Il Tg delle 13 apre con la morte di Taricone: sei minuti, tre servizi, interviste a iosa. E poi arriva il momento dell’ispiratore di Forza Italia. L’esperto della tv conosce l’importanza delle parole e Augusto Minzolini, attento ai dettagli, fa scegliere un aggettivo positivo (“ridotta”) e vieta un brutto termine (“condannato”). Una tattica che ricorda il giochetto “assolto” e non “prescritto” su David Mills. E dunque: “Pena ridotta in Appello”, annuncia la presentatrice in studio. Alle 20, accolte le proteste di una parte della redazione, il conduttore Attilio Romita è costretto a pronunciare il verbo “condannato”. Incrociando filmati e manipolando persino la lettura della sentenza, il pezzo di Grazia Graziadei da Palermo inizia con il presidente della Corte che dice: “Assolve Dell’Utri Marcello dal reato iscritto… perché il fatto non sussiste”. In pochi secondi – la Graziadei ne guadagna 120 – la pena ridotta sembra addirittura scomparsa. Magìa di Minzolini. La giornalista incalza: “La Corte di Appello non ha creduto alla tesi della pubblica accusa che aveva chiesto 11 anni, non ha creduto ai pentiti come Gaspare Spatuzza, smentito da Filippo Graviano”. Per questioni di tempo e di palinsesti, la Graziadei dimentica di specificare che Graviano non è un filologo della Sorbona, bensì un boss in galera. Narrato con enfasi il successo dei difensori di Dell’Utri – “un processo – commentano i legali – basato su dichiarazioni di pentiti senza riscontri” – l’inviata del Tg1 passa agli sconfitti e infierisce: “Una doccia fredda per il sostituto procuratore, Antonino Gatto. E chiede: e la trattativa Stato-mafia, crolla tutto?” Gatto pensa sia uno scherzo: “Signora, dobbiamo guardare la motivazione… ”. Al Tg1 hanno fretta, sbrigata la pratica Graziadei, lasciano un minuto e mezzo alla conferenza stampa di Dell’Utri che, uno e trino, parla nei titoli, da Palermo e pure da Milano: “Sentenza pilatesca”. La scomparsa dell’ex Grande Fratello che meritava la copertina alle 13, nell’edizione delle 17 è scivolata a metà scaletta, dietro Tartaglia, Brancher e il Pd. Il senatore guadagna la testa, a Minzolini maniera: “Benvenuti, pena ridotta a Marcello Dell’Utri…”. Nulla cambia alle venti che replica la sequenza del pomeriggio, tranne la farcitura del solito panino politico: la maggioranza che festeggia Dell’Utri, l’opposizione interrogata su Brancher.
Media & Regime
Per il Tg1 la “condanna” arriva solo alle 20
Per il Tg1 la sentenza non merita l’apertura
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