È venuto il momento di tornare in piazza. Quello di Berlusconi non è più solo un regime. È il governo di Mackie Messer, è il crimine che si fa Stato. E la legge-bavaglio (il golpe strisciante, come lo ha definito Umberto Eco) è lo strumento per garantire ai delitti di regime, agli amici degli amici, impunità e opacità: i magistrati non potranno indagare efficacemente, i cittadini non potranno neppure sapere. Per i giornalisti che provassero a raccontare è pronta la galera (in nome del garantismo!), per i loro editori multe da mettere in ginocchio anche Creso.
Quando un illustre giurista come Stefano Rodotà, che per il suo stesso mestiere è tenuto a maneggiare le parole con il massimo di cautela, definisce sulla prima pagina di Repubblica l’azione di questo governo una “eversione quotidiana”, è evidente che non siamo noi “giustizialisti-girotondini-estremisti” e chi più ne ha (di menzogne) più ne metta, ad aver esagerato nei confronti di questo governo e delle loro cricche di grassatori e affamatori che trasudano odio per la Costituzione repubblicana.
Di fronte alla “eversione quotidiana” è dunque dovere MINIMO di ogni democratico la “resistenza quotidiana”. Ciascuno secondo le sue possibilità, cioè il suo potere. Dal “primo cittadino” all’ultimo, dai deputati della maggioranza che pure balbettano di “legalità” fino a ciascuno di noi (dell’opposizione non possiamo dire nulla perché non c’è). E la volontà feroce con cui Berlusconi (se non sarà troppo distratto dalla signorina Federica Gagliardi) vuole che la legge-golpestrisciante venga approvata dalla Camera prima dell’estate, per ricevere così a settembre l’imprimatur definitivo del Senato (presieduto dal “perinde ac cadaver” Schifani), indica che siamo ad uno showdown cruciale tra chi vuole legalizzare un tassello di vero e proprio fascismo e chi ha ancora a cuore le libertà di tutti.
Per questo continueremo a richiamare ciascuno alle proprie responsabilità, cominciando innanzitutto dalle nostre, ovviamente. Ecco perché chiediamo a tutti i democratici di partecipare domani alle manifestazioni indette in tutta Italia (e in qualche capitale estera), che avranno il loro epicentro a Piazza Navona a Roma. Una PRIMA manifestazione, che ci aspettiamo inauguri una stagione di impegno che conosca a settembre una nuova “san Giovanni”, un nuovo “Circo Massimo”, promosso da tutte – ma proprio tutte – le personalità che ancora rendono rispettabile il nostro Paese nel mondo. Che ci permetta di dire: “L’Italia s’è desta”.
Media & Regime
La rivolta di Piazza Navona contro il bavaglio
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