Sarà l’ex Maria Antonietta (nonché ex fidanzata di Peter Parker in Spider-Man) Kirsten Dunst a interpretare la spia russa Anna Chapman. La bellezza conturbante della Dunst ha sconfitto la concorrenza (agguerrita) di Jessica Alba. Scelta perfetta. Perchè la Chapman – ribattezzata “la nuova Mata Hari” o la “007 in minigonna” – non ha il phisique du role della donna fatale modello Bacall (e tanto meno modello Garbo, ovviamente) ma non trasuda neppure l’esplicito eros della magnifica Alba. La Chapman ha l’appeal della ragazza della porta accanto, ma una ragazza che – senza dubbio – nasconde parecchie cose (e sotto le lenzuola sa il fatto suo). A dirigere il film The world I loved ci sarà l’abile mano di Paul Haggis, uno che di sfumature se ne intende e che qui si confronterà con una spy story contemporanea e, promette, innovativa. Perchè la donna spia non è più la Ninotchka di Lubitsch, che va a Parigi dopo la Rivoluzione russa e resta affascinata dai piaceri dell’occidente. La nuova spia è una ragazza che sa di non essere un’impiegata, di fare un lavoro strano, forse pericoloso, ma che vive tutto con naturalezza. Perchè, già in lei, realtà e finzione si sono mescolati in maniera inscindibile.

Un vero peccato che la Chapman non abbia potuto interpretare se stessa. I produttori hollywoodiani – che hanno immediatamente pensato di realizzare un film sulla spia scoperta dall’Fbi – avevano pensato proprio a lei come “attrice” per il suo biopic. Ma tra processi e veti incrociati (da Washington e Mosca) la bella russa dovrà attendere ancora un po’ prima di essere lanciata nel firmamento del cinema. La stoffa c’è tutta: neppure trent’anni, addestrata a mentire e recitare, avvezza agli ambienti esclusivi, la Chapman è naturalmente destinata al mondo dello spettacolo. E scommettiamo che ci sarà un altro film pronto ad attenderla.

Quello che avete letto fin qui è totalmente falso. Ma non è forse verosimile? Tutti i giornali del pianeta ne parlano, tutti pubblicano le foto in cui, con i suoi sorrisi da gatta, Anna “la rossa” incarna alla perfezione il ruolo della sexy spia. Una dei dieci “agenti in sonno” – così si chiamano in gergo – che componevano la rete scoperta dall’Fbi, l’unica ad essere già un’icona. Che piace alla gente che piace. Piace perchè è cinema calato nella realtà. Perchè è fiction in carne ed ossa. Si legge qua e là che “pare uscita da un film di James Bond”. Ma non è vero. Nella società dello spettacolo tra cinema e “realtà” non c’è soluzione di continuità. E, anzi, semmai sarà la Chapman a riscrivere il cinema. Forse a qualcuno non verrà la tentazione di realizzare sul grande schermo la sua biografia? E, guai con la giustizia permettendo, non sarebbe forse perfetto che fosse proprio lei, lei in persona, a essere attrice e personaggio? Perchè, sui giornali e nelle tv di tutto il mondo, non è forse già così, attrice e personaggio? Non è già una trama vivente? Un condensato di storie e immagini? Le categorie di realtà e finzione sono veramente morte. Morte fino all’osso. Vale la pena di proporne un’altra, che va decisamente rivalutata. La categoria della verità.

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