Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - La malattia diabetica è comune, cronica, sistemica, complessa, eterogenea nelle sue manifestazioni, estremamente dispendiosa per i sistemi sanitari e le famiglie, consumante per chi cura e chi è curato. Più del 90% dei casi di diabete diagnosticati sono rappresentati dalla forma di tipo 2, in aumento in tutto il mondo, Italia inclusa. La sua gestione è difficile. Solo 1 persona su 2 con diabete di tipo 2 raggiunge il target prefissato di 6,5-7% dell'emoglobina glicata (HbA1c), parametro di riferimento che indica se il diabete nel tempo è ben compensato. Una risposta concreta alle esigenze dei pazienti e degli specialisti arriva dall'innovazione terapeutica: Aifa ha approvato la rimborsabilità di tirzepatide di Lilly, il primo e fino ad oggi unico farmaco di una nuova classe terapeutica, agonista recettoriale di Gip e Glp-1; il farmaco, inserito in Nota 100, può essere prescritto dagli specialisti e dai medici di medicina generale. Un passo avanti nella terapia del diabete di tipo 2, con un miglioramento del profilo di cura, personalizzazione della terapia e minor ricorso a terapie più complesse e pronto soccorso.
Il diabete "dilaga" ovunque, in particolare il tipo 2 che in Italia negli ultimi trent'anni è più che raddoppiato e oggi si assesta mediamente attorno al 7% della popolazione generale, con picchi sopra l'8% in Calabria e Campania. I dati rilevati dalle principali società scientifiche e monitorati da Istituto superiore di sanità e programma Arno registrano almeno 4 milioni di italiani con diabete diagnosticato, oltre il 90% con diabete di tipo 2, mentre almeno 1 altro milione vive con la patologia, ma non ne è conoscenza per mancata diagnosi. Le prospettive non sono migliori: la prevalenza nel 2040 subirà un aumento al 9-10%, i numeri saliranno a più di 7 milioni fra 15 anni.
"Il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che è il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico - afferma Riccardo Candido, presidente Associazione medici diabetologi (Amd) - I motivi? Diagnosi tardiva e inizio del trattamento non tempestivo; inerzia terapeutica da parte dei professionisti che non intervengono in maniera precoce e incisiva nelle modifiche delle terapie qualora il diabete non sia sufficientemente controllato; difficoltà da parte dei pazienti a mantenere adeguati stili di vita in termini alimentazione e attività fisica; utilizzo di terapie fino a qualche tempo fa non del tutto efficaci e gravate dal rischio di ipoglicemia; ridotta aderenza dei pazienti alle terapie; difficoltà a livello regionale di mettere a disposizione rapidamente le innovazioni terapeutiche che oggi sono più efficaci, come tirzepatide; da ultimo, la disequità di accesso alle nuove opportunità terapeutiche e tecnologiche".
"Le principali conseguenze del diabete di tipo 2 sono quelle croniche, dovute al prolungato mantenimento negli anni di elevati valori della glicemia e della tossicità legata agli zuccheri nel sangue - spiega Gianluca Aimaretti, presidente Società italiana di endocrinologia (Sie), ordinario di Endocrinologia università del Piemonte Orientale e direttore dipartimento di Medicina traslazionale - Le principali riguardano il rene, l'occhio, il sistema nervoso centrale e periferico, micro- e macro-circolo, con danni importanti che nel tempo aumentano il rischio di infarto, ictus, e problemi anche a livello epatico, della sfera genitale e del cavo orale. E' necessario diagnosticare il più precocemente possibile la malattia diabetica per intervenire con adeguati trattamenti, solo così è possibile rallentare o in qualche caso prevenire le complicanze che talvolta insorgono quando ancora il paziente non sa di essere diabetico e non ha disturbi. Inoltre, gli studi dimostrano che le complicanze possono portare negli anni a gravi disabilità e ridurre l'aspettativa di vita in media di 6-7 anni".
Nonostante un approccio terapeutico integrato con dieta, attività fisica e farmaci, quasi 1 paziente su 2 non raggiunge tutti e tre gli obiettivi attualmente raccomandati dalle più recenti linee guida internazionali, ovvero controllo della glicemia, della pressione arteriosa e del colesterolo. Inoltre, l'85% dei diabetici di tipo 2 è sovrappeso od obeso e non riesce a ridurre il peso corporeo, nonostante gli sforzi. A questi bisogni clinici non soddisfatti fino ad oggi risponde l'innovazione di Lilly con tirzepatide: un robusto corpus di 5 studi registrativi globali del programma Surpass - riporta una nota - ha dimostrato significativi risultati nel controllo glicemico dei pazienti, con una riduzione dell'emoglobina glicata e del peso corporeo grazie alla doppia inibizione di Gip e Glp-1; inoltre, tirzepatide ha dimostrato la sua efficacia, rispetto ai farmaci in uso, sul controllo della pressione arteriosa e del colesterolo agendo anche sulla prevenzione del danno cardiovascolare e renale. Il farmaco non è gravato dal rischio ipoglicemia e il profilo di sicurezza e tollerabilità sono risultati favorevoli.
Tirzepatide, indicato per i pazienti adulti con diabete di tipo 2 non ben controllato dalla dieta e dai farmaci, già in uso sia in monoterapia con metformina che in aggiunta ad altri farmaci, è contenuto in una penna preriempita facile da usare, somministrato una volta a settimana, migliorando così l'aderenza terapeutica. Il miglioramento del controllo glicemico e metabolico si associa quindi ad una marcata riduzione delle complicanze e ad un risparmio dei costi.
"Investire in salute facilitando l'accesso all'innovazione è cruciale per le persone con diabete di tipo 2 - sottolinea Raffaella Buzzetti, presidente Sid (Società italiana di diabetologia) - L'accesso a terapie innovative può migliorare significativamente gli esiti clinici e la qualità della vita; inoltre, può ridurre il carico clinico e sociale: il diabete di tipo 2 è una malattia cronica con un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla società. L'accesso a terapie innovative permette un miglior controllo della glicemia, riducendo il rischio di complicanze come malattie cardiovascolari, insufficienza renale e neuropatie e ciò si traduce in minori ospedalizzazioni e in un miglioramento della qualità di vita. L'innovazione può condurre a migliorare l'aderenza terapeutica: le nuove terapie offrono benefici in termini di tollerabilità ed efficacia, hanno minori effetti collaterali e modalità di somministrazioni più semplici con migliori risultati clinici che motivano a seguire il trattamento con maggiore costanza".
Nel diabete di tipo 2, "contrariamente a quanto avviene nel tipo 1, esiste ancora poca consapevolezza della malattia tra gli stessi pazienti, le diagnosi sono tardive e quando si scopre di essere diabetici si tende a minimizzare il problema - evidenzia Stefano Nervo, presidente Diabete Italia rete associativa Odv - Sarebbe opportuno aumentare la consapevolezza affinché il paziente prenda in carico se stesso, pretenda di ricevere la miglior cura possibile e sia responsabile in prima persona della sua condizione e di ciò che comporta nella gestione quotidiana convivere con il diabete. Avere a disposizione nuove opportunità terapeutiche significa essere curati in maniera più efficace, significa prevenire le complicanze e ridurre il carico terapeutico per il paziente e il caregiver. Anche i device e la modalità di somministrazione delle terapie sono importanti e possono fare la differenza nel buon successo di una terapia, come nel caso di somministrazione settimanale che ha un impatto molto più positivo rispetto a quella giornaliera".
Il diabete, come "patologia cronica, richiede una sorveglianza che perduri nel tempo, e questo solo il medico di medicina generale può garantirlo - rimarca Walter Marrocco, responsabile scientifico Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale - Inoltre, rappresenta una crescente emergenza sanitaria in Italia, con una prevalenza in aumento e un impatto significativo sulla salute pubblica: è quindi fondamentale promuovere strategie efficaci di prevenzione, diagnosi precoce e gestione della malattia per ridurre le complicanze e migliorare la qualità della vita delle persone affette. In tale contesto e con questi obiettivi la medicina generale diventa essenziale per poterla affrontare e gestire compiutamente".
"I numeri ci dicono che la strategia comunicativa adottata in questi anni, che era ed è ancora orientata a non drammatizzare la patologia, è stata ed è decisamente insufficiente, se non addirittura inadeguata - osserva Manuela Bertaggia, vice presidente Fand, Associazione italiana diabetici Odv - Una comunicazione poco incisiva rispetto ad una malattia che richiede cure e assistenza per tutta la vita non riesce a coinvolgere i pazienti e a creare consapevolezza. Il fatto che lo stesso diabetologo tenda a non parlare di fattori di rischio non ha aiutato a responsabilizzare le persone con diabete di tipo 2, che invece vanno educate su quelli che possono essere i pericoli derivati da certe cattive abitudini e comportamenti errati. Necessaria la prevenzione primaria, attivando campagne di sensibilizzazione che raggiungano la popolazione generale, i pazienti diagnosticati e le persone che magari convivono con la malattia ma non ne sono a conoscenza, e bisogna andare nelle scuole. Attraverso i bambini e gli adolescenti si agganciano genitori e nonni".
Lilly - ricorda la nota - è impegnata nell'area metabolica da oltre 100 anni, a partire dalla prima insulina commerciale al mondo. Oggi amplia la sua innovazione con una molecola, tirzepatide, che potrebbe rivoluzionare la gestione del diabete di tipo 2. L'azienda lavora a stretto contatto con decisori pubblici e comunità scientifica per rendere disponibile l’innovazione terapeutica alle persone con diabete.
"Lilly è da sempre protagonista nella lotta al diabete, una delle principali sfide di salute pubblica, grazie a un impegno costante nella ricerca e nello sviluppo di terapie innovative - dichiara Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access Lilly Italy Hub - Oggi questo impegno si rinnova con tirzepatide, una terapia innovativa per il diabete di tipo 2, frutto di decenni di ricerca metabolica. Tirzepatide non solo migliora il controllo glicemico e riduce i fattori di rischio cardiovascolare, ma supporta anche la perdita di peso, un fattore chiave nella gestione della malattia, rispondendo a un bisogno clinico ancora insoddisfatto. Come azienda ci siamo impegnati molto per far sì che tirzepatide potesse essere disponibile per tutti i pazienti che ne avessero bisogno in ogni regione, andando anche a rispondere al problema delle carenze che ha caratterizzato questa classe di farmaci negli ultimi anni".
Loris Mazzetti
Dirigente Rai, autore e scrittore
Media & Regime - 2 Luglio 2010
Berlusconi: io censore?
“I lettori dovrebbero scioperare”, ha detto Silvio Berlusconi, riferendosi a quelli italiani, durante la visita ufficiale in Brasile. Il presidente del Consiglio, proprietario di Mediaset, Mondadori, ecc., ancora una volta contro i giornali che descrivono i fatti. Sono esclusi, dall’ennesimo editto, i telegiornali per ovvi motivi: o li controlla o li condiziona. Durante un vertice internazionale, forse, avrebbe dovuto occuparsi di ben altro. Berlusconi è un forte consumatore di censure, è una dipendenza, non ne può fare a meno; nello stesso tempo fa come quello che lancia il sasso e poi nasconde la mano, l’importante è che l’oggetto lanciato colpisca l’obiettivo.
Qualche anno fa in una puntata di Porta a Porta il Cavaliere disse al fido Vespa che lui non ha mai censurato alcuno citando come esempio il fatto di non essere mai intervenuto nei confronti dei programmi delle sue reti quando lo denigrano: le Iene o Striscia la notizia. Vespa, ricordando di essere anche giornalista, gli fece notare che dopo quello che aveva detto in Bulgaria, Biagi, Santoro e Luttazzi, non avevano più lavorato in Rai.
In questi giorni si è appreso che il presidente della commissione Giustizia della Camera, l’avvocato Giulia Bongiorno, dopo aver aderito alla corrente di Gianfranco Fini, ma soprattutto dopo essersi messa di traverso nei confronti della legge Bavaglio, è stata licenziata dal settimanale Chi (uno dei tanti house organ del Cavaliere, diretto dal fedele Alfonso Signorini, uno che se il capo ordina esegue, come più volte ha fatto pubblicando falsi scoop ad uso e consumo del padrone), sul quale teneva, insieme alla soubrette Michelle Hunziker, la rubrica Doppia difesa, dedicata alla violenza sulle donne.
Chissà quanti licenziamenti sono avvenuti in questi anni di cui non abbiamo avuto notizia. A proposito di licenziamenti e censure, sarà interessante seguire la vicenda che riguarda sempre la Mondadori. Dopo la risposta di Roberto Saviano alle accuse di Berlusconi, chi scrive di mafia denigra l’immagine dell’Italia all’estero, e dopo la replica dello scrittore, su Repubblica è intervenuta Marina Berlusconi (presidente di Mondadori), a difesa del padre con una replica dal sapore di licenziamento, sostenendo che il premier aveva espresso nei confronti dello scrittore una semplice critica.
A proposito di scrittori non bisogna dimenticare la vicenda del premio Nobel Josè Saramago, recentemente scomparso, di cui l’Einaudi, cioè Berlusconi, ha rifiutato di pubblicare Il Quaderno (poi edito da Bolladi Boringhieri), perché si era permesso di scrivere che con Berlusconi c’è da temere per la democrazia, ma soprattutto perché si era posto la seguente domanda: “Nella terra della mafia e della camorra che importanza può avere il fatto provato che il primo ministro sia un delinquente?”
Saviano per la Mondadori è la gallina dalle uova d’oro, non lo manderanno mai via, infatti nella polemica, tra il giovane scrittore e la famiglia proprietaria del biscione, è intervenuto il direttore generale della Mondadori per chiarire che nessuno vuole mandare via Saviano. Roberto da un po’ di tempo sta disturbando il manovratore, come tutte le settimane ci ricorda Emilio Fede.
L’ultima volta intervenendo in piazza Navona contro la legge Bavaglio: “Questa legge ha un unico scopo: impedire che i giornalisti, e non soltanto loro, possano farci conoscere quello che sta accadendo; impedire che il potere possa essere raccontato.” Sicuramente il Cavaliere si è posto alcune domande in proposito: “Come può essere consumata la vendetta? Cosa si può fare per far sì che non sembri una censura?” Intervenendo sul direttore generale della Rai per impedire la realizzazione del programma di Saviano e Fazio su Rai3, facendo raccontare in ogni occasione che la trasmissione si farà senza mai dire quando.
Un può come quel cartello appeso in certi negozi: “Domani si fa credito”.
LA PROFEZIA DEL DON
di Don Gallo e Loris Mazzetti 12€ AcquistaArticolo Precedente
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Roma, 18 mar. (Adnkronos Salute) - La malattia diabetica è comune, cronica, sistemica, complessa, eterogenea nelle sue manifestazioni, estremamente dispendiosa per i sistemi sanitari e le famiglie, consumante per chi cura e chi è curato. Più del 90% dei casi di diabete diagnosticati sono rappresentati dalla forma di tipo 2, in aumento in tutto il mondo, Italia inclusa. La sua gestione è difficile. Solo 1 persona su 2 con diabete di tipo 2 raggiunge il target prefissato di 6,5-7% dell'emoglobina glicata (HbA1c), parametro di riferimento che indica se il diabete nel tempo è ben compensato. Una risposta concreta alle esigenze dei pazienti e degli specialisti arriva dall'innovazione terapeutica: Aifa ha approvato la rimborsabilità di tirzepatide di Lilly, il primo e fino ad oggi unico farmaco di una nuova classe terapeutica, agonista recettoriale di Gip e Glp-1; il farmaco, inserito in Nota 100, può essere prescritto dagli specialisti e dai medici di medicina generale. Un passo avanti nella terapia del diabete di tipo 2, con un miglioramento del profilo di cura, personalizzazione della terapia e minor ricorso a terapie più complesse e pronto soccorso.
Il diabete "dilaga" ovunque, in particolare il tipo 2 che in Italia negli ultimi trent'anni è più che raddoppiato e oggi si assesta mediamente attorno al 7% della popolazione generale, con picchi sopra l'8% in Calabria e Campania. I dati rilevati dalle principali società scientifiche e monitorati da Istituto superiore di sanità e programma Arno registrano almeno 4 milioni di italiani con diabete diagnosticato, oltre il 90% con diabete di tipo 2, mentre almeno 1 altro milione vive con la patologia, ma non ne è conoscenza per mancata diagnosi. Le prospettive non sono migliori: la prevalenza nel 2040 subirà un aumento al 9-10%, i numeri saliranno a più di 7 milioni fra 15 anni.
"Il 56% delle persone con diabete di tipo 2 raggiunge un valore di emoglobina glicata sotto il 7%, che è il primo grande obiettivo target nel controllo glicemico - afferma Riccardo Candido, presidente Associazione medici diabetologi (Amd) - I motivi? Diagnosi tardiva e inizio del trattamento non tempestivo; inerzia terapeutica da parte dei professionisti che non intervengono in maniera precoce e incisiva nelle modifiche delle terapie qualora il diabete non sia sufficientemente controllato; difficoltà da parte dei pazienti a mantenere adeguati stili di vita in termini alimentazione e attività fisica; utilizzo di terapie fino a qualche tempo fa non del tutto efficaci e gravate dal rischio di ipoglicemia; ridotta aderenza dei pazienti alle terapie; difficoltà a livello regionale di mettere a disposizione rapidamente le innovazioni terapeutiche che oggi sono più efficaci, come tirzepatide; da ultimo, la disequità di accesso alle nuove opportunità terapeutiche e tecnologiche".
"Le principali conseguenze del diabete di tipo 2 sono quelle croniche, dovute al prolungato mantenimento negli anni di elevati valori della glicemia e della tossicità legata agli zuccheri nel sangue - spiega Gianluca Aimaretti, presidente Società italiana di endocrinologia (Sie), ordinario di Endocrinologia università del Piemonte Orientale e direttore dipartimento di Medicina traslazionale - Le principali riguardano il rene, l'occhio, il sistema nervoso centrale e periferico, micro- e macro-circolo, con danni importanti che nel tempo aumentano il rischio di infarto, ictus, e problemi anche a livello epatico, della sfera genitale e del cavo orale. E' necessario diagnosticare il più precocemente possibile la malattia diabetica per intervenire con adeguati trattamenti, solo così è possibile rallentare o in qualche caso prevenire le complicanze che talvolta insorgono quando ancora il paziente non sa di essere diabetico e non ha disturbi. Inoltre, gli studi dimostrano che le complicanze possono portare negli anni a gravi disabilità e ridurre l'aspettativa di vita in media di 6-7 anni".
Nonostante un approccio terapeutico integrato con dieta, attività fisica e farmaci, quasi 1 paziente su 2 non raggiunge tutti e tre gli obiettivi attualmente raccomandati dalle più recenti linee guida internazionali, ovvero controllo della glicemia, della pressione arteriosa e del colesterolo. Inoltre, l'85% dei diabetici di tipo 2 è sovrappeso od obeso e non riesce a ridurre il peso corporeo, nonostante gli sforzi. A questi bisogni clinici non soddisfatti fino ad oggi risponde l'innovazione di Lilly con tirzepatide: un robusto corpus di 5 studi registrativi globali del programma Surpass - riporta una nota - ha dimostrato significativi risultati nel controllo glicemico dei pazienti, con una riduzione dell'emoglobina glicata e del peso corporeo grazie alla doppia inibizione di Gip e Glp-1; inoltre, tirzepatide ha dimostrato la sua efficacia, rispetto ai farmaci in uso, sul controllo della pressione arteriosa e del colesterolo agendo anche sulla prevenzione del danno cardiovascolare e renale. Il farmaco non è gravato dal rischio ipoglicemia e il profilo di sicurezza e tollerabilità sono risultati favorevoli.
Tirzepatide, indicato per i pazienti adulti con diabete di tipo 2 non ben controllato dalla dieta e dai farmaci, già in uso sia in monoterapia con metformina che in aggiunta ad altri farmaci, è contenuto in una penna preriempita facile da usare, somministrato una volta a settimana, migliorando così l'aderenza terapeutica. Il miglioramento del controllo glicemico e metabolico si associa quindi ad una marcata riduzione delle complicanze e ad un risparmio dei costi.
"Investire in salute facilitando l'accesso all'innovazione è cruciale per le persone con diabete di tipo 2 - sottolinea Raffaella Buzzetti, presidente Sid (Società italiana di diabetologia) - L'accesso a terapie innovative può migliorare significativamente gli esiti clinici e la qualità della vita; inoltre, può ridurre il carico clinico e sociale: il diabete di tipo 2 è una malattia cronica con un impatto significativo sulla qualità della vita e sulla società. L'accesso a terapie innovative permette un miglior controllo della glicemia, riducendo il rischio di complicanze come malattie cardiovascolari, insufficienza renale e neuropatie e ciò si traduce in minori ospedalizzazioni e in un miglioramento della qualità di vita. L'innovazione può condurre a migliorare l'aderenza terapeutica: le nuove terapie offrono benefici in termini di tollerabilità ed efficacia, hanno minori effetti collaterali e modalità di somministrazioni più semplici con migliori risultati clinici che motivano a seguire il trattamento con maggiore costanza".
Nel diabete di tipo 2, "contrariamente a quanto avviene nel tipo 1, esiste ancora poca consapevolezza della malattia tra gli stessi pazienti, le diagnosi sono tardive e quando si scopre di essere diabetici si tende a minimizzare il problema - evidenzia Stefano Nervo, presidente Diabete Italia rete associativa Odv - Sarebbe opportuno aumentare la consapevolezza affinché il paziente prenda in carico se stesso, pretenda di ricevere la miglior cura possibile e sia responsabile in prima persona della sua condizione e di ciò che comporta nella gestione quotidiana convivere con il diabete. Avere a disposizione nuove opportunità terapeutiche significa essere curati in maniera più efficace, significa prevenire le complicanze e ridurre il carico terapeutico per il paziente e il caregiver. Anche i device e la modalità di somministrazione delle terapie sono importanti e possono fare la differenza nel buon successo di una terapia, come nel caso di somministrazione settimanale che ha un impatto molto più positivo rispetto a quella giornaliera".
Il diabete, come "patologia cronica, richiede una sorveglianza che perduri nel tempo, e questo solo il medico di medicina generale può garantirlo - rimarca Walter Marrocco, responsabile scientifico Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale - Inoltre, rappresenta una crescente emergenza sanitaria in Italia, con una prevalenza in aumento e un impatto significativo sulla salute pubblica: è quindi fondamentale promuovere strategie efficaci di prevenzione, diagnosi precoce e gestione della malattia per ridurre le complicanze e migliorare la qualità della vita delle persone affette. In tale contesto e con questi obiettivi la medicina generale diventa essenziale per poterla affrontare e gestire compiutamente".
"I numeri ci dicono che la strategia comunicativa adottata in questi anni, che era ed è ancora orientata a non drammatizzare la patologia, è stata ed è decisamente insufficiente, se non addirittura inadeguata - osserva Manuela Bertaggia, vice presidente Fand, Associazione italiana diabetici Odv - Una comunicazione poco incisiva rispetto ad una malattia che richiede cure e assistenza per tutta la vita non riesce a coinvolgere i pazienti e a creare consapevolezza. Il fatto che lo stesso diabetologo tenda a non parlare di fattori di rischio non ha aiutato a responsabilizzare le persone con diabete di tipo 2, che invece vanno educate su quelli che possono essere i pericoli derivati da certe cattive abitudini e comportamenti errati. Necessaria la prevenzione primaria, attivando campagne di sensibilizzazione che raggiungano la popolazione generale, i pazienti diagnosticati e le persone che magari convivono con la malattia ma non ne sono a conoscenza, e bisogna andare nelle scuole. Attraverso i bambini e gli adolescenti si agganciano genitori e nonni".
Lilly - ricorda la nota - è impegnata nell'area metabolica da oltre 100 anni, a partire dalla prima insulina commerciale al mondo. Oggi amplia la sua innovazione con una molecola, tirzepatide, che potrebbe rivoluzionare la gestione del diabete di tipo 2. L'azienda lavora a stretto contatto con decisori pubblici e comunità scientifica per rendere disponibile l’innovazione terapeutica alle persone con diabete.
"Lilly è da sempre protagonista nella lotta al diabete, una delle principali sfide di salute pubblica, grazie a un impegno costante nella ricerca e nello sviluppo di terapie innovative - dichiara Federico Villa, Associate Vice President Corporate Affairs & Patient Access Lilly Italy Hub - Oggi questo impegno si rinnova con tirzepatide, una terapia innovativa per il diabete di tipo 2, frutto di decenni di ricerca metabolica. Tirzepatide non solo migliora il controllo glicemico e riduce i fattori di rischio cardiovascolare, ma supporta anche la perdita di peso, un fattore chiave nella gestione della malattia, rispondendo a un bisogno clinico ancora insoddisfatto. Come azienda ci siamo impegnati molto per far sì che tirzepatide potesse essere disponibile per tutti i pazienti che ne avessero bisogno in ogni regione, andando anche a rispondere al problema delle carenze che ha caratterizzato questa classe di farmaci negli ultimi anni".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Questa risoluzione ci permette di entrare a gamba tesa nelle contraddizioni di questa maggioranza che abbiamo visto e che vedremo anche nelle risoluzione, se arriverà, e vedremo quello che cosa ci sarà e soprattutto che cosa non ci sarà visto che hanno tre posizioni diverse". Lo ha detto Elly Schlein all'assemblea congiunta dei gruppi Pd.
"Ma soprattutto sarà mia cura segnalare domani che le posizioni che ha assunto Meloni in queste settimane vanno contro l'interesse nazionale da diversi punti di vista. Loro non sono per la difesa comune per ragioni ideologiche. Ma pure molte delle critiche che qui confermiamo sulle proposte che vanno avanti a Bruxelles, affondano le radici nella contrarietà a uno schema che rischia di approfondire le differenze tra i sistemi nazionali anzichè fare un salto politico in avanti che serve oggi all'Europa".
Londra, 18 mar. (Adnkronos) - Re Carlo e la regina Camilla festeggiano quest'anno 20 anni di matrimonio. Sembra che i due trascorrano "molto tempo separati". E' forse questo il segreto della loro felicità?
A quanto parte re e consorte, che festeggeranno il 9 aprile mentre saranno in Italia in visita di Stato-, trascorrerebbero i weekend separati. Camilla si ritira nella sua amata e "disordinata" casa di campagna nel Wiltshire senza Charles ogni fine settimana secondo Ingrid Seward, caporedattrice della rivista Majesty, che ha dichiarato che "in realtà i sovrani trascorrono parecchio tempo separati. La casa di Ray Mill è, se vogliamo, per Camilla una sorta di liberazione dalla vita reale. Prima di sposare Charles, fece un patto con lui: avrebbe tenuto quella casa come rifugio".
"Va ogni fine settimana, quando può, e ci va anche d'estate per trascorrere un po' di tempo con i suoi nipoti e i suoi figli, ed è qualcosa che la allontana dall'intero mondo reale e dove va soprattutto per rilassarsi - racconta l'esperta reale - Molto spesso non va a Highgrove a meno che lei e Charles non abbiano altri impegni. Si tratta di allontanarsi dalle restrizioni dovute alla sicurezza ed essere circondati da personale e persone che fanno cose per te, il che, ovviamente, sarebbe meraviglioso per tutti noi. Penso che nel suo caso abbia bisogno di un posto dove potersi effettivamente rilassare ed essere semplicemente se stessa, e andare in giro con jeans sporchi, se vuole, senza essere costantemente controllata".
Una fonte ha dichiarato all'Express che Camilla "al Ray Mill può sedersi con un grande G&T, togliersi le scarpe e guardare Coronation Street, che Charles detesta".
Il re, invece, quando è libero nei weekend, si reca spesso a Highgrove o a Sandringham, mentre durante la settimana i due risiedono insieme a Clarence House. Della residenza di campagna di Camilla nel Wiltshire si è parlato la scorsa settimana, quando si è saputo che il re ha acquistato una casa confinante, che sarebbe stata adibita a sede per matrimoni, pagandola 3 milioni di sterline per proteggere la privacy della moglie.
Ramallah, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - L'Autorità palestinese ha chiesto un'azione internazionale per fermare gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza, dopo i bombardamenti della notte. Lo rende noto la presidenza e l'ufficio del primo ministro dell'Anp con sede a Ramallah.
Attraverso due comunicati distinti, il presidente dell'Anp Mahmoud Abbas ha chiesto la fine dell'"aggressione" israeliana contro la Striscia di Gaza, mentre il suo primo ministro, Mohammad Mustafa, ha sottolineato "l'urgenza di un'azione internazionale più forte ed efficace per costringere Israele" a fermare gli attacchi che hanno causato, secondo il ministero della Sanità di Hamas a Gaza, la morte di almeno 413 persone.
Londra, 18 mar. (Adnkronos/Afp) - Il governo britannico ha invitato Israele e Hamas a implementare "pienamente" il loro accordo di cessate il fuoco per Gaza, esortando tutte le parti a "tornare urgentemente al dialogo" per porre fine ai combattimenti.
"Vogliamo vedere questo accordo di cessate il fuoco ripristinato il prima possibile", ha affermato il portavoce del Primo Ministro Keir Starmer, aggiungendo che il numero di vittime civili segnalate negli attacchi israeliani durante la notte è "spaventoso".
Londra, 18 mar. (Adnkronos) - Il primo ministro britannico Keir Starmer ha parlato ieri sera con il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Il portavoce del premier ha affermato che Starmer "ha aggiornato il presidente sul video conferenza della 'Coalizione dei volenterosi' con i leader internazionali avvenuta sabato" e "ha ribadito che tutti devono lavorare insieme per mettere l'Ucraina nella posizione più forte possibile per garantire una pace giusta e duratura".
Roma, 18 mar.(Adnkronos) - La situazione a Gaza è di nuovo drammatica, la rottura della tregua è gravissima. Qui serve tutto l'impegno diplomatico e politico, fin qui purtroppo mancato, della comunità internazionale e dell'Europa per far riprendere il cessate il fuoco, per consolidarlo e per avviare una vera discussione di pace". Lo ha detto Elly Schlein intervenendo all'assemblea dei parlamentari Pd.