A voler fare una battuta di dubbio gusto potremmo dire che anche per lui è finalmente arrivato il momento di brindare alla felice conclusione della vicenda. Già, perché dopo essere stato protagonista di una delle storie più ridicole e imbarazzanti che abbiano mai scosso la City londinese, Steven Perkins non poteva sognare un finale migliore. Per lui, s’intende.

Reduce da una multa di 89mila euro e da una “squalifica” quinquennale comminatagli per aver mandato in fumo oltre 10 milioni di sterline dopo un pomeriggio passato a scambiare futures petroliferi sotto l’effetto dell’alcool, il trader 34enne abbandona quella Londra carica di brutti ricordi per rifarsi una vita nella placida Svizzera. Ad accoglierlo, però, non ci sarà una clinica per alcolisti anonimi né una comunità di recupero per trader compulsivi bensì che un’ambiziosa corporation di Ginevra chiamata Starsupply Renewables SA. Di che cosa si occupa? Ma di attività di brokering nel mercato delle fonti energetiche, che domande!

A rivelare l’incredibile vicenda è stato il quotidiano britannico Daily Telegraph secondo il quale Perkins avrebbe già sostenuto con successo il proprio colloquio d’assunzione nella giornata di mercoledì, cioè ad appena 24 ore dalla sentenza pronunciata dalle autorità del Regno Unito. La Financial Service Authority (Fsa) ha espresso il suo disappunto ma non è potuta andare oltre. Il divieto di operare sul mercato imposto a Perkins, infatti, vale solo per la Gran Bretagna e non c’è modo di impedire alla società svizzera di avvalersi legalmente dei suoi servizi.

La clamorosa beffa portata a termine da Perkins appare ora per lo meno duplice. La nuova esperienza svizzera, infatti, non rappresenta solo un’opportunità di raggiro dei divieti imposti ma anche un vero e proprio salto di qualità nella carriera del trader. Per chi ama scommettere sull’energia, infatti, la Confederazione è da tempo una Mecca senza eguali. Sulle sponde del lago di Ginevra si collocano da qualche anno le sedi operative delle principali società di trading petrolifero del mondo. Parliamo di colossi come Glencore, Gunvor, Vitol, Trafigura e Mercuria, giganti tuttora semisconosciuti che, lontano da ogni forma di notorietà, scambiano mediamente il 15% della produzione mondiale di greggio. Sono loro, al momento, i protagonisti di un centro di smistamento capace di spostare l’equivalente dei barili mossi ogni giorno da Iran, Iraq, Kuwait, Emirati Arabi Uniti e Venezuela. Un nodo strategico per il mercato energetico nel quale fioriscono nuovi e ambiziosi operatori. Tra questi non manca ovviamente la Starsupply, la nuova casa del nostro eroe. La compagnia, fondata nel 2006, si concentra su un settore in forte espansione: quello dei biocarburanti. Vanta anche un complesso codice etico che condanna la disonestà e la discriminazione ma non, evidentemente, il trading più becero e spericolato. Ma in fondo va bene così, l’importante è essere preparati in vista del giorno in cui il prezzo dell’etanolo aumenterà del 3,5% nello spazio di sessanta minuti. Quel giorno, forse, gli operatori di tutto il mondo potranno evitare di abbandonarsi al panico facendo una rapida telefonata a Ginevra e avanzando un’adeguata proposta: «Ehi Steve, ti va un caffè forte?».

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