Si chiama Rototom. C'è musica e anche cannabis, ma la politica probizionista del governo Berlusconi lo sfratta dal Friuli aprendo un'inchiesta penale
L’avviso di garanzia a Giunta risale a un anno fa per “Agevolazione dell’uso di sostanze stupefacenti” un reato previsto dalla legge Fini-Giovanardi. I procedimenti aperti in Italia per questa fattispecie sono pochissimi. L’ipotesi è che all’interno del festival reggae fosse consentito e addirittura favorito l’uso di droghe leggere, essenzialmente cannabinoidi. L’articolo 79 della legge prevede il carcere per “Chiunque adibisce o consente che sia adibito un locale pubblico o un circolo privato di qualsiasi specie a luogo di convegno di persone che ivi si danno all’uso di sostanze stupefacenti”. Si tratta di procedimenti giudiziari molto discussi e decisamente peculiari visto che i casi di indagine per questo reato sono rarissimi. Inoltre, il festival si svolge all’aperto e non in locali chiusi, né pubblici, né privati e attira centinaia di migliaia di partecipanti.
Dopo un anno, il procedimento è ancora solo in fase di indagine. I danni economici invece sono immediati. Ecco quanto ci perde il nostro Paese e la regione Friuli: stando ai dati dell’Associazione, solo nel 2009 il Rototom Sunsplash ha investito direttamente sul territorio della regione 1.400.000 euro. Poi ci sono i soldi spesi dal pubblico. L’anno scorso si sono contate 160mila presenze e, ipotizzando una spesa per ciascuno di 25 euro, si arriva a 4milioni di euro. Insomma, a spanne e per difetto, senza il Rototom ci sarà un danno economico per il territorio di quasi 5milioni di euro.
Oltre a ciò, si aggiunge la grossa perdita di un evento di respiro internazionale ospitato dal nostro Paese. In Spagna se ne rendono ben conto. Il Comune di Benicàssim infatti ha accolto calorosamente l’arrivo di questa manifestazione multiculturale che non è solo musica reggae, ma anche conferenze e dibattiti per parlare di immigrazione, del sistema penitenziario italiano, di antirazzismo e non-violenza.
La legge Fini-Giovanardi ha inasprito le pene ed eliminato la distinzione tra droghe leggere e pesanti. Nonostante questo, l’Italia è il terzo Paese in Europa per consumo di cocaina, secondo il rapporto delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine (Unodc). Non sembra un gran risultato. Qualche anno fa un test antidroga sui deputati aveva evidenziato l’alto numero di onorevoli che fanno uso di sostante stupefacenti a Montecitorio. A quando le indagini per l’uso di stupefacenti nel primo e più simbolico dei “locali pubblici” di un Paese?