A Pisa, lo sapete, c’è la Torre. Solo che prima pendeva a sinistra, poi, da qualche anno, ha cambiato direzione.
A compiere il miracolo non è stata una delle solite archistar, ma il Pd e il suo sindaco Marco Filippeschi, noto dai tempi del liceo col nomignolo di Filippescu. E in effetti il griogiore della nomenklatura tardo sovietica è tutto quello che rimane del suo passato da militante comunista.
L’ultima battaglia si chiama Rebeldia. E’ questo il nome che si è dato il cartello di 30 associazioni che 5 anni fa è entrato, col consenso del comune, in un megadeposito in stato di degrado avanzato dell’azienda dei trasporti locali e l’ha trasformato nel luogo più vivace di tutta la città. Dal mercatino del GAS alla parete per le arrampicate, dai corsi di italiano per stranieri ai laboratori di informatica, passando per cineforum, biblioteche, sale concerti e chi più ne ha più ne metta, a Pisa non c’è attività sana per il corpo e per la mente che non passi di qua. E il tutto, ovviamente, a costo zero per l’amministrazione locale.
Per Pisa, città rossa in cerca di nuova identità, una manna dal cielo. Ma Filippescu al cielo non c’ha mai creduto, e così deve aver pensato che quella roba lì era troppo bella per essere vera. Molto meglio pensare a cose più concrete, e così al posto del centro sociale sorgerà (con i soldi di chi, non si sa) una palazzina di 7 piani da 2.000 metri quadrati l’uno, tutta a disposizione degli uffici pubblici più svariati.
Il processo per cacciare fuori Rebeldia doveva iniziare a settembre. Ma a settembre la città è piena, e la città è tutta con Rebeldia. Ecco allora che Filippescu decide di combattere la sua battaglia dell’estate: anticipare il processo di un paio di mesi per arrivare allo sgombero forzato in agosto, quando a difendere Rebeldia ci saranno soltanto i turisti low-cost della Ryan Air che approdano a migliaia al locale aeroporto Galilei, l’unico al mondo pensato e costruito proprio in mezzo alla città, alla faccia dell’inquinamento acustico.
E’ l’ennesima dimostrazione dell’amore smisurato che l’amminsitrazione prova per il cemento. Una passione che è diventata amore incondizionato quando in città è sbarcato il costruttore siciliano Andrea Bulgarella. Report lo aveva intervistato qualche anno fa per chiedergli perché, nonostante avesse numerosi cantieri in quel di Trapani, dal 2000 avesse smesso di comprare il cemento dalla Ericina, il cementificio locale sequestrato alla mafia, rimesso in piedi sotto lo stretto controllo dello stato e boicottato da tutti i costruttori della provincia.
A Pisa Bulgarella ha trovato l’eldorado: i 120 mila metri quadrati del centralissimo ospedale Santa Chiara da trasformare in villaggio residenziale di lusso, le caserme in via di dismissione da trasformare in centri commerciali e alberghi, il contestatissimo porto commerciale da costruire sulla foce dell’arno e anche una nuova torre ipertecnologica nella periferia meridionale della città. Il tutto in una città dove su 100.000 abitanti scarsi si contano quasi 5.000 appartamenti sfitti, 150 dei quali di proprietà del costruttore locale Giuseppe Pampana. Sono di proprietà di Pampana, ad esempio, gli appartamenti di via Marsala che a marzo 8 famiglie ridotte alla disperazione dall’emergenza casa e dalla crisi hanno deciso di occupare. Poco male, visto che erano stati ultimati nel lontano 2002 e da allora erano rimasti inutilizzati. Eppure, appena due mesi dopo ecco il blitz di una settantina di agenti in tenuta antisommossa.
Le famiglie allora, con tanto di figli al seguito, si accampano con le tende in una piazza del centro, e danno inizio a un lungo sciopero della fame. Ma Filippescu in quei giorni ha altro a cui pensare. La città si sta preparando all’arrivo del ministro Maroni. Missione: firmare il “patto per la sicurezza” che prevede la realizzazione di un piano di videosorveglianza, il contrasto all’abusivismo commerciale e l’emanazione di ordinanze più efficaci nella lotta ai comportamenti “anti decoro”. Il tutto in una città dove i reati, da anni, sono costantemente in calo.
E visto che la migliore difesa è l’attacco, proprio mentre il sindaco flirta con la lega e abbandona le famiglie al loro destino, a scombinare le carte in tavola ci pensa il vero uomo forte del Pd locale, Paolo Fontanelli, ex-sindaco e responsabile nazionale del partito per il settore sanità. “Ciò che sta avvenendo a Pisa in queste settimane – scrive sul suo blog subito ripreso dalla stampa locale – riporta al centro una certa sinistra che preferisce che governi la destra anziché il centrosinistra”. Un capolavoro di retorica politichese, nella speranza che l’uso copioso dei termini “centro”, “sinistra”, “destra” e “centrosinistra” ovvino alla totale assenza di contenuti. Secondo Fontanelli a “seminare per la destra” sono le 8 famiglie accampate, le 30 associazioni di Rebeldia, le varie testate locali di controinformazione che da anni si battono contro il partito del cemento, e le forze politiche che condividono queste battaglie. Maroni invece è un interlocutore affidabile.
Da allora è passato oltre un mese, le tende sono state sgomberate a suon di calci dai vigili urbani, Rebeldia si prepara a resistere all’ormai scontato sgombero agostino, e si dice che Filippescu si sia fatto scortare dai vigili anche per andare a vedere la recita di fine anno di sua figlia. I tempi di Luigi Bulleri, storico sindaco comunista famoso per aver requisito centinaia di appartamenti sfitti per destinarli alle famiglie in difficoltà sembrano tramontati per sempre, e sulla città incombe l’ombra di una torre che ormai pende sempre più a destra.