E’ sempre più caldo il fronte Turchia-Israele. Le relazioni diplomatice sono ormai sul punto di rottura dopo il blitz, ordinato dal governo di Israele, contro gli attivisti pro Gaza che il 31 maggio scorso costò la vita a nove cittadini turchi. Da qui la decisione del governo di Ankara di chiudere lo spazio aereo a Israele. Tanto più che pochi giorni fa il premier Benjamin Netanyahu aveva negato la possibilità di scuse formali. Sul fronte dell’inchiesta seguita al sangunoso blitz, proprio ieri il capo della diplomazia turca ha chiesto ad Israele di accelerare i ntempi di un’indagine che dovrà essere “interenazionale e imparziale”
La posizione di Israele, seppur non ufficiale, è però circolata questa mattina dai circoli governativi di Gerusalemme. Gia’ nei giorni scorsi il premier israeliano Benyamin Netanyahu aveva detto che la richiesta turca di scuse non sarebbe stata accolta. “Israele – ha detto Netanyahu in un’intervista trasmessa lo scorso venerdì dal primo canale Tv – non puo’ scusarsi del fatto che i suoi soldati si siano dovuti difendere per sfuggire a un tentativo di linciaggio”. Il premier, pur affermando la volonta’ di fare tutto il possibile per fermare il deterioramento nelle relazioni con la Turchia, aveva ribadito il diritto di Israele di impedire l’ afflusso di armi nella striscia di Gaza mediante il blocco navale. In realtà il blitz israeliano fu bollato dall’intera coimunità internazionale come un vero arrembaggio. tanmto cvhe la prima conseguenza di quel fatto fu l’annullamento dell’incontro tra il presidente Usa Barack Obama e il premiere israeliano. Anche l’Onu uscì allo scoperto e dopo una lunga riunione condannò l’aggressione agli attivisti che a bordo una nave stavano portando aiuti umanitari nella striscia di Gaza. Dopo aver incassato la risposta di Israele, la Turchia non arretra e anzi rilancia annunciando che dopo quello militare nelle prosisme ore potrebbe chiudere anche lo spazio aereo per i voli civili.