Società

Alle porte di Milano il sindaco anti-burqa <br> Ma il Prefetto annulla l’ordinanza

Le disposizioni del primo cittadino vanno contro la Costituzione. All'articolo 117 si afferma infatti che l'onere della sicurezza spetta solo allo Stato e non ai comuni

Girare in città con il burqa? Per il sindaco di Peschiera Borromeo è vietato, tanto da farci una bella ordinanza. Per il prefetto di Milano, invece, si può. Dunque? L’ordinanza salta. Ciò che invece resta è l’ennesimo episodio di intolleranza religiosa fatto registrare nel ricco Nord. Che poi la giunta firmataria sia di centrodestra forse poco importa. Anche se, a ben guardare, il vero problema di questo piccolo centro alle porte di Milano sono le rapine in villa e non certo l’abbigliamento.

Comunque sia, Antonio Salvatore Falletta, siciliano di Agrigento e sindaco di Peschiera dal 2009, lo scorso gennaio accoglie una mozione della Lega e mette a punto l’ordinanza. Da quel momento in città è vietato girare con un abbigliamento che impedisca o renda difficoltoso il riconoscimento facciale. L’obiettivo vero, se pur non specificato nell’ordinanza, sembra essere rivolto all’abito usato da alcune donne islamiche.

Da allora non sono state emesse multe. E poche settimane dopo l’entrata in vigore del documento, arriva secca la risposta del prefetto Gian Valerio Lombardi. “I sindaci – si legge nella sua lettera al sindaco che porta la data del 17 febbraio – possono emanare ordinanze in tema di sicurezza urbana ma non di ordine pubblico e sicurezza”. Un punto fermissimo, questo, “perché – prosegue Lombardi – la sicurezza è demandata in via esclusiva all’azione dello Stato”. A sancirlo, guarda caso, l’articolo 117 della Costituzione repubblicana.

Il Prefetto, poi, entra nel merito sottolineando come proprio “il Consiglio di stato ha riconosciuto che una persona indossi ad esempio il velo per motivi religiosi, culturali e che le esigenze di pubblica sicurezza sono soddisfatte dal divieto di utilizzo in occasione di manifestazioni e dall’obbligo di tali persone di sottoporsi all’identificazione e alla rimozione della copertura”. Tradotto: non si possono mettere limiti alla libertà individuale di indossare il velo per motivi di sicurezza.

Parole che però non sembrano smuovere il sindaco Falletta, per il qaule l’ordinanza era stata accelerata dopo le segnalazioni di donne che giravano in città con il niqab, un velo che lascia scoperto solo gli occhi. E conferma di continuare la sua applicazione per “forma precauzionale”.

“Furore idelogico, afferma il consigliere comunale del Pd Francesco Ortugno, questa ordinanza inutile è confermata dalle multe comminate fino a oggi: zero”. Infatti dalla sua applicazione la Polizia Locale non ha staccato una sola sanzione da 500 euro. Eppure il caso di Peschiera Borromeo non è l’unico. In questi ultimi mesi sono stati diversi i casi di fenomeni di intolleranza religiosa fatti passare sotto la formula di ordinanza per la sicurezza. L’ultima quella di Varallo Sesia, in provincia di Vercelli, dove il sindaco e deputato leghista Gianluca Bonanno al divieto ha aggiunto i cartelli stradali ad hoc.