Riduzione del danno o opposizione intransigente alle nefandezze quotidiane di Berlusconi e dei suoi? La vicenda dell’emendamento Ceccanti al Lodo Alfano, poi ritirato, che voleva dotare il presidente della Repubblica di uno scudo totale ha aperto un dibattito su quale debba essere il ruolo e la strategia dell’opposizione. Ieri, sulla prima pagina del Fatto Quotidiano sono intervenuti lo stesso Ceccanti e il direttore Antonio Padellaro, con due interventi di segno opposto. Ceccanti ha giustificato il suo emendamento con la necessità di perseguire “il bene possibile” e il “male minore” e non restringere l’azione dell’opposizione a pura “testimonianza”. “Come si fa ad usare le categorie del ‘male minore’ e del ‘bene possibile’ con Berlusconi e la sua banda? Con gente avvezza a usare leggi e istituzioni come il proprio stuoino?”, replica Padellaro. Ceccanti cita l’enciclica “Evangelium Vitae” in cui Giovanni Paolo II parlava del male minore a proposito dell’aborto, consentendo ai credenti, nel caso in cui non fosse possibile abrogare una legge abortista, di lavorare per limitarne i danni. “Ma che c’entra quel dibattito alto e drammatico con le vergogne che il Parlamento è costretto a trangugiare ogni giorno?”, si chiede Padellaro. Ragionando sul caso specifico Ceccanti esprime ancora una volta le sue ragioni, chiedendosi se emendamenti fondati su motivazioni giuridiche forti possano costituire una riduzione del danno oppure si debba ogni volta “essere sospettati di intelligenza col nemico”. Fermo ancora una volta il direttore del Fatto: che senso ha cercare “un patetico compromesso?”. “Non ci troviamo in un normale sistema parlamentare, con un governo normale a cui deve contrapporsi una normale opposizione”. E allora, “il problema è che nel Pd l’idea di una opposizione intransigente e senza sconti al Sultano non è mai passata”. Per questo, l’emendamento sullo scudo totale per il Quirinale è la “sindrome di Stoccolma” del Pd: pensare “di fare politica modificando qualche parolina agli editti del premier-padrone”.
Partendo dal confronto Padellaro-Ceccanti, abbiamo interpellato 4 esponenti del Pd – Bindi, Zanda, Casson, Serracchiani – chiedendo il loro parere sul ruolo dell’opposizione e sull’opportunità di lavorare alla riduzione del danno. Le posizioni – come si vede – sono diverse. Dalla Bindi che insiste sulla necessità di lavorare al “bene possibile” a Zanda che sottolineando l’inaffidabilità di questa maggioranza sostiene l’impraticabilità del male minore, passando per Serracchiani che distingue tra i provvedimenti per il bene del Paese e gli altri e Casson, che denuncia il rischio Aventino.
Per chi volesse intervenire, il dibattito continua sul nostro sito. Dite la vostra.
Da Il Fatto Quotidiano dell’8 luglio 2010