Un anno dall’insediamento della Giunta provinciale. Un buon motivo per stare con i propri dipendenti, chiudendo un occhio sulle raccomandazioni del ministro Renato Brunetta. Così Guido Podestà, coordinatore lombardo del Pdl e presidente della Provincia di Milano, dopo aver battuto l’anno scorso il candidato di centrosinistra Filippo Penati e aver riportato l’amministrazione al centrodestra, riunisce i 2000 lavoratori di Palazzo Isimbardi per il prossimo 22 luglio. Tre ore per festeggiare (e autocelebrarsi) con tanto di coffee break al Centro Congressi di Milano. Ma queste ore sono pagate? Nell’invito si specifica che “la presenza all’iniziativa sarà considerata servizio ad ogni effetto”. Quindi chi decide di restare in ufficio avrà la stessa retribuzione di chi invece sceglierà di festeggiare il primo compleanno della nuova giunta. Eppure lo stesso Podestà nella mail di invito si dice “consapevole che questo primo anno passato insieme è stato sì difficile, anche a causa delle difficoltà della crisi”.
Per il consigliere provinciale del Pd Matteo Mauri si tratta di “una iniziativa che alimenta il culto della personalità. In un momento di crisi c’è bisogno di aumentare la produttività, non diminuirla”.
E mentre si festeggia con soldi pubblici, per la Provincia di Milano ci saranno tagli nella finanziaria che si aggirano intorno a 11 milioni di euro (secondo una stima del Pd) solo per il trasporto pubblico locale. Podestà piange miseria e stretto tra il sindaco di Milano Letizia Moratti e il presidente della regione Lombardia Roberto Formigoni dichiara che “in questo momento il soggetto che più è in difficoltà è la Provincia. Con i tagli la situazione è obiettivamente difficile”. Come prima conseguenza della finanziaria di Tremonti, Palazzo Isimbardi decide di non entrare nella Newco voluta da Regione Lombardia che è pronta a spendere almeno 200 milioni di euro per entrare in possesso dei terreni di Rho-Pero dove si costruiranno i padiglioni di Expo 2015. In più Podestà chiede l’intervento del Governo perchè è “impensabile che solo noi dobbiamo farci carico di questa manifestazione internazionale” e critica il patto di stabilità che impone spese più rigide. Una marcia indietro per il presidente della Provincia che inizialmente era favorevole all’acquisto delle aree. E nella seduta del consiglio provinciale di giovedì 8 luglio sulla discussione dei tagli ai bilanci il presidente non si presenta. “Anche oggi abbiamo chiesto alla maggiornaza di esprimersi sui tagli – aggiunge Mauri- ma non è mai stata detta una parola”. Ma la festa di Podestà invece non si tocca. E per agevolare i dipendenti e i politici si è deciso di anticipare il consiglio provinciale di un giorno.