L’episodio di violenza che si è registrato ieri in Parlamento è l’ennesimo esempio di una classe politica (bipartisan) che predica bene e razzola male.
Ci invitano a non inasprire il clima di odio, proponendo partiti ispirati all’amore, e dopo qualche settimana un parlamentare è coinvolto in una bagarre nell’aula, riportando addirittura lesioni.
Ci insegnano che la famiglia è il valore fondamentale della nostra cultura, meglio se ispirata ai parametri del matrimonio religioso, e molti leader politici di primo piano sono separati o divorziati o con doppia famiglia.
Ci dicono che l’onestà è il valore imprescindibile per ogni cittadino, e si avvalgono sistematicamente della immunità parlamentare per evitare i processi.
Ci spiegano che sono trasparenti in tutte le loro azioni, ma invocano incessantemente la propria privacy, impedendo di conoscere anche fatti di cui, forse, un personaggio pubblico dovrebbe sempre rendere conto.
C’è poco da commentare di fronte a certi fatti, e forse basta dire che la cultura dell’esempio è quella che più influenza i giovani, e che una classe dirigente ha anche questa responsabilità nei confronti delle generazioni future.