Decisamente stiamo sulle scatole a tutti. Noi giornalisti, voglio dire. Di Berlusconi si sa, non insisto. Ma la prepotenza del nostro appare quasi un capriccio infantile rispetto all’allergìa violenta che sprigiona l’Eliseo. Sarkozy nomina la categoria e gli viene una smorfia che pare un conato di vomito. Ma c’è di peggio, all’ombra della torre Eiffel. Lunedì scorso è stato approvato un progetto di legge che prevede la cosa seguente: che lo Stato possa pretendere il rimborso per le spese sostenute al fine di liberare un ostaggio. Accadrebbe nel caso di persone “che si sono deliberatamente esposte, salvo legittimo motivo, a rischi che non potevano ignorare”.
La pregevole iniziativa cade giusto al sesto mese di prigionia per due colleghi di France 3, Hervé Ghesquière e Stephane Taponier, rapiti in Afghanistan. Già in febbraio lo Stato maggiore dell’esercito francese aveva molto elegantemente fatto sapere di aver speso già 10 milioni di euro per le ricerche. Poi era intervenuto addirittura il segretario generale dell’Eliseo, Claude Gueant, qualificando i due giornalisti come “imprudenti” e dicendo che “non avevano niente da fare lì” (considerazione oltretutto campata in aria). E adesso, giusto per incoraggiare i due sventurati e le loro famiglie, arriva il progetto di legge.
Palpabile l’imbarazzo del ministro degli Esteri, l’ex socialista Bernard Kouchner, immemore fondatore di Medecins sans frontières: la legge riguarderà “soltanto i turisti”. Bel tipo questo Kouchner, uno di questi giorni gli dedicheremo un pensierino tutto per lui.