Il capitolo sugli impianti eolici in Sardegna è quello che maggiormente rivela gli stretti rapporti tra Flavio Carboni, Denis Verdini e Ugo Cappellacci. Gli incontri tra l’ottobre e il dicembre 2009 sono almeno quattro, i primi tre in casa di Verdini, l’ultimo avviene il 13 dicembre in Sardegna e vi partecipa anche Dell’Utri. Soltanto dopo il 20 febbraio, quando esplode la notizia del coinvolgimento di Verdini nelle indagini condotte dalla procura di Firenze sugli appalti della Protezione civile, c’è da parte sua un atteggiamento di maggiore prudenza. “Mi costringono ad essere anche maleducato…da ora in avanti, da non rispondere, non parlare ..non aiutare la gente. Non vorrei come dire inguaiare anche te! Perché a volte ci parliamo eh, diventa reato parlare anche per te”.

Molti aspetti di questo troncone di indagine sono già noti. Come la tangente da 800mila euro versati dalla compagna di Carboni, Antonella Pau e dall’autista, nelle casse della Società editrice Toscana, che pubblica il Giornale Toscano, o il vorticoso giro di assegni (per un valore di quattro milioni circa) versati su conti che in un modo o nell’altro riconducono a Carboni e suoi prestanome presso il Credito cooperativo fiorentino. Un giornale e una banca che appartengono a Verdini. Tutto questo si sapeva, ma dall’ordinanza emerge con maggiore chiarezza l’intera vicenda della delibera approvata nell’agosto 2009 (tale da mutare le procedure previste dalla normativa regionale per l’elezione del presidente) in modo da favorire la nomina di Ignazio Farris. Una nomina praticamente imposta da Carboni. Come si deduce da alcune intercettazioni telefoniche in cui ricorre il nome di Verdini.

Il 31 luglio 2009 Carboni parla al telefono con Garau, consulente dell’Arpas e annuncia: “ Devo vedere Farris prima di te, devo incontrarmi con.. proprio per le nomine eccetera, dobbiamo fare un piano operativo”. Il 5 agosto, dopo aver ricevuto assicurazioni da Verdini, Carboni comunica a Farris: Domani ci sarà la cosa delle Agenzie, seduta molto straordinaria su una sorta di intervento fulmineo per venerdì sabato la nomina”. Il 28 agosto è l’assessore Pinello Cossu a chiamare Carboni: “L’essenziale è vincere, ieri il tuo intervento ha posto fine..a ogni gioco sotterraneo”.

La decisione è quella di dare vita a un’Ati unica. Anche. Ma, a quanto emerge da una conversazione tra Cossu e Farris, bisogna individuare almeno dieci società per fare più domande a nome di soggetti diversi:”Non possono dare più di dieci ettari a società…”. Dallo stesso colloquio emerge il ruolo centrale di tale ingegner Piga indicato come uomo di fiducia del Presidente (presumibilmente Cappellacci, ndr). Poco importa se su alcuni terreni sono presenti discariche, su questo gli interventi di Carboni sono espliciti, brutali. Ma nell’autunno il progetto si inceppa. Farris informa Carboni dell’esito deludente dell’incontro. Carboni replica: “Io chiamo subito Roma adesso e ..gli dico..che urgentemente chiamino loro”.

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