Piero “Senzalacci” Ostellino, l’ala pigibattista del “Corriere della Sera” e “Il Foglio” del papista-sanfedista Giuliano Ferrara (ex migliorista-stalinista) sono da settimane scatenati nelle menzogne contro gli oppositori della legge-bavaglio, a partire da una Menzogna Originaria (la chiameremo perciò Urlüge): che le manifestazioni contro la legge-bavaglio abbiamo per vessillo il grido “intercettateci tutti!”. La verità è tutt’altra, ma alla festosa combriccola dei finti liberali della verità non importa un tubo.
La verità è che in una manifestazione contro la legge-bavaglio, un manifestante (UNO!) indossava un cartello con la scritta incriminata. Il giurista Stefano Rodotà, che delle iniziative contro la legge-bavaglio è stato il punto di riferimento più autorevole, ha immediatamente scritto e detto che quello slogan era sbagliatissimo, perché per tutti gli anti-bavaglio la privacy ovviamente è sacra (la legge-bavaglio con la difesa della privacy non ha nulla a che fare, come sano anche i sassi, tranne i lettori del “Giornale” e gli ascoltatori di minzolinate).
Chi calpesta la privacy è stato proprio Berlusconi, con la santificazione (e annesso segreto di Stato) con cui sono stati sottratti ad ogni indagine Pio Pompa, organizzatore di una centrale di “attenzionamento” illegale, e il generale Pollari, di cui il Pompa era uno dei “più stretti compagni d’arme”.
Ma Rodotà ha anche spiegato che quel cartello non voleva affatto dire che anche per quel SOLO manifestante la privacy non fosse un bene da tutelare, e che davvero volesse che tutti fossimo intercettati, pur di intercettare i delinquenti. Non più di quanto gli anti-mafia che scrivevano “ammazzateci tutti” desiderassero davvero che la mafia moltiplicasse le stragi.
Niente da fare: gli ostellini perseverano, dal video e dalla carta, a propagare la leggenda nera e totalmente inventata. Dimostrando che il cuore della questione morale e civile in Italia è oggi la questione della malafede.