Tante nuove piccole cricche rischiano di crescere. A causa di un codicillo nascosto nella manovra finanziaria che autorizza i dirigenti dei ministeri ad assegnare appalti con procedure “secretate”. A essere in pericolo è il principio di trasparenza nei lavori pubblici, quindi. Come se gli scandali che hanno coinvolto la Protezione Civile non avessero insegnato nulla.

Come riporta il numero de L’Espresso in edicola questa settimana, il comma 10 dell’articolo 8 del decreto legge sulla finanziaria aumenterà la libertà che i dirigenti ministeriali hanno nell’affidare appalti: non solo un contratto milionario potrà finire senza gara a un’azienda di fiducia del capo settore di turno, ma addirittura l’esistenza del contratto potrà essere tenuta segreta, senza che venga reso pubblico l’importo dei lavori o il nome dell’impresa che ha ottenuto l’incarico. La riservatezza potrà essere imposta per qualsiasi opera che richieda “speciali misure di sicurezza”, come carceri, caserme o forniture militari.

Il potere speciale di secretare un contratto pubblico era sinora assegnato solo al presidente del Consiglio e agli altri ministri. La novità è quindi un duro colpo alle regole di trasparenza e controllo nell’assegnazione dei lavori pubblici. La manovra finanziaria, presentata da Berlusconi e Tremonti a fine maggio, deve ancora essere approvata dal Parlamento. Ma è difficile che il comma in questione possa subire variazioni, visto che il governo ha deciso di porre la fiducia.

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