I circoli dilagano, ma iniziano le "rappresaglie" dei coordinatori nazionali del partito. A La Spezia ne fa le spese Fabio Cenerini, ex vicepresidente provinciale
Il primo epurato di chiama Fabio Cenerini, personaggio che a La Spezia raccoglie molto credito e, quindi, molti voti. Era vicepresidente provinciale del partito. Ma dopo le dimissioni del presidente, la doccia fredda. Niente “promozione”, anzi. Al posto del dimissionario viene nominato un commissario unico. Cenerini è fuori gioco, pur non avendo dato le dimissioni. “Fra l’altro –si sfoga Cenerini in una lettera – nello statuto non esiste la figura del Commissario unico. Inoltre non ci sono problemi politici organizzativi, è l’unica provincia dove si fa la festa del Pdl (regionale) alla quale parteciperà lo stesso La Russa. E poi alle elezioni regionali siamo andati meglio delle altre province”.
A destare sospetto è proprio il fatto che i coordinatori si occupino di questo caso, mentre nel partito, a livello locale, ci sarebbero ben altre priorità: “Oltre ai problemi di Verdini e Bondi – continua Cenerini nella lettera – penso siate a conoscenza di quelli del vice coordinatore vicario regionale On. Eugenio Minasso, sospettato di presunti collegamenti con il clan imperiese dei Pellegrino. E’ veramente incredibile che si occupino di me”. Una situazione che ha subito indispettito gli amici di Fini. Dopo la Muscardini è intervenuto anche l’onorevole Ido Biagi: “Il provvedimento dei tre coordinatori nazionali su La Spezia – dice – non è grave solo perchè minaccia la minoranza interna al Pdl, ma soprattuto perchè viola lo statuto del nostro partito. Il commissariamento non è potere dei tre coordinatori e non può esserci senza l’indicazione dei “gravi motivi”. A La Spezia il Pdl ha scritto una brutta pagina della propria storia. Chiedo a Bondi, La Russa e Verdini di ritirare il provvedimento”. E il collega di partito Enzo Raisi aggiunge: “Non esistono altre possibilità: Bondi, La Russa e Verdini devono ritirare il provvedimento che dispone il commissariamento del coordinamento provinciale di La Spezia. Si tratta di un atto nullo, che viola lo statuto e che ha un chiaro intento puntivo nei confronti di un bravo dirigente di partito che ha l’unica colpa di essere iscritto a Generazione Italia. Non certo da questi comportamenti si può partire per una nuova fase all’interno del partito”.
Ma ormai cresce di giorno in giorno il numero dei circoli di Generazione Italia. Sono ormai quasi 500. In Lombardia sono una settantina e raccolgono un numero crescente di attivisti del Pdl scontenti della gestione del partito. In una recente riunione di questi circoli all’Umanitario di Milano si sono delineate posizioni significative: “Innanzitutto – ha ricordato il senatore Giuseppe Valditara – legalità e libertà. Siamo in politica per difendere gli interessi generali dei nostri elettori, non interessi particolari. Fini si è opposto a che le norme sul processo breve diventassero una amnistia mascherata e quelle sulle intercettazioni un intralcio alle indagini. Bisogna semmai ripartire dalla certezza della pena: chi sbaglia paga. La legge va rispettata, perchè è la vera garanzia della libertà e dell’uguaglianza, contro il privilegio, il favore, l’arbitrio”.