Primo atto.
“In armonia con l’insegnamento morale della Chiesa e con la Bibbia, la Ragione cioè il buon senso comune a tutti gli esseri intelligenti a prescindere dal loro credo religioso o politico afferma che l’omosessualità praticata se venisse canonizzata al pari dell’eterosessualità comporterebbe una rivoluzione nei costumi estremamente dannosa per il bene della collettività sociale perchè :
rivela un affetto indebito al proprio sesso mentre, nello stesso tempo, spesso non nasconde la ripugnanza verso l’altro sesso, provocando così una problematica carica di squilibri nel corpo e nell’anima;
non forma “ la coppia ” cioè la naturale unione complementare in senso biologico e quindi sessuale;
pone l’uomo contro la donna e la donna contro l’uomo, nella vita privata e nella vita Pubblica, provocando incomprensioni e dissensi a raggio sempre più vasto;
è contro l’ordine autentico della sessualità, che riconosce naturale e significativo l’uso delle forze sessuali soltanto nella regolare unione con l’altro sesso;
non costituisce per nulla il matrimonio, e nemmeno un vincolo affettivo e sessuale simile a quello del matrimonio, essendo questo, per natura e per definizione, l’unione indissolubile di un uomo e di una donna, forniti delle capacità volute dalla natura e dai requisiti richiesti dalla legge naturale;
rende inevitabilmente, prima o poi, più o meno, difficili o addirittura impotenti a compiere il normale atto coniugale, per un complesso di fattori fisici e psichici;
non può valere come espressione di vero amore, poiché condizionata all’instabilità degli affetti, all’identità del sesso, al sospetto della in corrispondenza, alla trama della gelosia, all’impossibilità di realizzare la complementarietà sessuale, alla pretesa di ricercare il piacere venereo svincolando dalle sue naturali conseguenze, che sono la generazione e la cura dei figli; non genera, venendo meno alla legge naturale fondamentale, che vuole l’uso del sesso destinato in primo luogo alla procreazione per il mantenimento della specie umana ;
è contro la società, che per essa viene privata del matrimonio e della famiglia, ossia dei valori universali sui quali essa si fonda, si qualifica e conserva la propria identità;
è occasione fin troppo facile di scandalo, con plagio o seduzione o violenza, agli adolescenti, ai malati e ai soggetti immaturi, predisponendoli a vivere infelici in una società nella quale la norma saggia che vuole tutelare l’esistenza di se medesima li indicherà giustamente come “diversi”;
è causa di turbamento sociale, perché è un comportamento deviante dalla norma etica naturale , che è unicamente l’eterosessualità, e nello stesso tempo è portata istintivamente a fare del proselitismo omosessualista particolarmente pericoloso per i giovani specialmente quelli affettivamente immaturi e sessualmente insicuri ed instabili ;
è contro la Storia, che finisce in malomodo se finiscono le generazioni, non più alimentate dal matrimonio e dalla famiglia come voluta dal Creatore. Discendente da quanto è stato detto una conclusione precisa: l’omosessualità è peccato cioè è contro la creazione come voluta da Dio e come tutti i peccati non dà la vita ma la morte in questo caso la morte della società e della vera civiltà!
La pratica omosessuale garantita e tutelata da uno stato porterà quello stato nel giro di pochi decenni ad una totale decadenza sociale.“
Secondo atto.
“… Il 7 oppure l’8 o addirittura il 10 per cento degli uomini sono omosessuali. E se la situazione non cambia, il nostra popolo sarà annientato da questa malattia contagiosa. A lungo termine, nessun popolo potrebbe resistere a un tale sconvolgimento della propria vita e del proprio equilibrio sessuale …: questo provocherà una catastrofe. … Tra gli omosessuali ci sono delle persone che hanno fatto proprio il seguente punto di vista: “Quello che faccio non riguarda nessuno, ma solo la mia vita privata“. Ma non è vero, non è solo la loro vita privata: il dominio sessuale può essere sinonimo di vita o di morte per un popolo, di egemonia mondiale o di riduzione della nostra importanza ai livelli della Svizzera. Un popolo che ha molti bambini può aspirare all’egemonia, alla dominazione del mondo. Un popolo di razza nobile che ha pochissimi bambini ha comprato un biglietto per l’aldilà: non avrà più nessuno fra cinquanta o cento anni, e da qui a duecento o cinquecento anni sarà estinto. Oltre a questi problemi di numeri, adesso ho esaminato solo questo aspetto, questo popolo può sparire come Stato per altre ragioni. Siamo uno Stato di uomini, e nonostante tutti i difetti che questo sistema comporta, dobbiamo assolutamente aggrapparci a esso, perché questa è la migliore istituzione possibile. … La distruzione dello Stato comincia nel momento in cui interviene un principio erotico, …un principio di attrazione sessuale dell’uomo per l’uomo quando, in questo Stato di uomini, la qualifica professionale e il rendimento non contano più. … Se voi trovate un uomo che ha questa inclinazione in un qualunque posto, e con un potere di decisione, potete essere sicuri di trovare attorno a lui tre, quattro, otto, dieci persone o addirittura di più, tutte con la stessa inclinazione; perché uno trascina l’altro, e gli uomini normali che vivono con loro sono sfortunati, sono condannati: possono fare quello che vogliono, ma saranno comunque distrutti. … Quindi l’omosessualità fa fallire ogni rendimento, ogni sistema basato sul rendimento; essa distrugge lo Stato nelle sue fondamenta.
A questo si aggiunge il fatto che l’omosessuale è un uomo radicalmente malato sul piano psichico. È debole e si dimostra un vigliacco nei momenti decisivi. … L’omosessuale mente anche in maniera malata. Per farvi un esempio, non mente come un gesuita. Il gesuita mente con uno scopo preciso. Dice qualsiasi cosa con un’aria luminosa, ben sapendo che sta raccontando favole. Lui ha una giustificazione morale: mente per la gloria di Dio. Ad majorem Dei gloriam. Il fine giustifica i mezzi. C’è tutta una filosofia della morale, una dottrina morale elaborata da Sant’Ignazio di Loyola. Quindi il gesuita mente e lo sa. Non dimentica per un solo attimo che sta mentendo. L’omosessuale, invece, mente e crede in ciò che dice. Quando chiedete a un omosessuale: “Hai fatto questo o quello?”, la risposta è “no”. C’è il caso di certi omosessuali che abbiamo interrogato e che ci hanno risposto: “Giuro sull’onore di mia madre, che io sia morto se questo non è vero”. Tre minuti più tardi gli abbiamo presentato le prove dicendo: “E allora questo, cosa vuol dire?”. Ovviamente non sono morti e, purtroppo. sono sempre qui. … L’omosessuale è naturalmente un ideale oggetto di pressione: primo, perché può essere condannato; secondo, perché è un tipo malleabile; terzo, perché è molle e senza alcuna volontà. Inoltre, voglio soltanto farvi qualche esempio in questo settore, l’omosessuale è posseduto da un bisogno insaziabile di confidenza in tutti i campi, e in particolare nel campo sessuale. Nella maggior parte dei casi, voi vi accorgete che quello che si fa arrestare vi dà spontaneamente tutti i nomi di quelli che conosce. Dunque, e devo adottare questo punto di vista, non c’è alcuna fedeltà nell’amore di un uomo per un altro uomo che assomigli minimamente alla fedeltà tra uomini, benché questa gente parli d’amore. L’omosessuale dice tutto, senza freni, e senza dubbio con la speranza di salvarsi così la pelle. … Non ci dobbiamo illudere. Trascinare gli omosessuali davanti a un tribunale e farli internare, non risolve il problema. Quando esce dal carcere, l’omosessuale è tanto omosessuale quanto lo era prima. Quindi il problema rimane invariato. È risolto, invece, nella misura in cui questo vizio viene stigmatizzato, mentre prima non lo era. … Il problema dell’omosessualità … non può essere regolato. Evidentemente, è una questione che abbiamo valutato in tutti i sensi, possiamo mettere in carcere e internare nei campi tutti i giovani traviati. Questo è semplice da realizzare.
Però io mi chiedo: se facessi rinchiudere ventimila giovani delle grandi città, forse riuscirei a portarne tre o quattromila sulla giusta strada, tra quelli sufficientemente giovani (dai 17 ai 18 anni), e ciò con la disciplina, l’ordine, lo sport e il lavoro. Ci è già riuscito in parecchi casi. Però, dal momento in cui non ci saranno più questi giovani, perché io non metto in galera gli omosessuali, c’è il rischio che gli omosessuali si mettano a cercare nuove vittime. Quindi, ci troviamo in una situazione a doppio taglio. … Io non vedo che una soluzione: impedire che le qualità di uno Stato di uomini e i vantaggi delle associazioni maschili degenerino in difetti. Secondo me, la nostra vita è troppo mascolinizzata. Siamo pronti a militarizzare delle cose perfino inimmaginabili, lo dico sul serio, niente è così perfetto quanto il nostro modo di far marciare gli uomini in riga, o di prepararsi lo zaino. Per me, però, è una vera catastrofe vedere le ragazze e le donne in tutto il Paese con degli zaini perfetti. Fa venir voglia di vomitare. È una vera catastrofe vedere le organizzazioni e le associazioni femminili occuparsi di cose che distruggono il fascino, la dignità e la grazia della donna. Noi uomini, parlo in generale, questo non ci concerne direttamente, nella nostra pazzia vogliamo fare della donna uno strumento logico di pensiero, le insegniamo tutto ciò che è possibile. È una vera catastrofe! Noi mascolinizziamo le donne in tal modo che, a lungo andare, la differenza sessuale, le polarità, spariscono. Da questo momento in poi, non è molto lontana la via che conduce all’omosessualità. …
Signori, gli smarrimenti sessuali provocano le cose più stravaganti che si possano immaginare. Dire che ci comportiamo come degli animali sarebbe insultare le bestie. Perché gli animali non fanno queste cose. Una vita sessuale normale, dunque, costituisce un problema vitale per tutti i popoli.”
Il primo atto è tratto dal sito Internet pontifex.it, sedicente sito di Apologetica cristiana, di qualche giorno fa; il secondo da un discorso di Heinrich Himmler del 18 febbraio 1937 rivolto a ufficiali delle SS. Le sottolineature in grassetto sono mie. Ogni persona di buon senso (questo sì, buono) dovrebbe fermarsi, anche solo per un secondo, a riflettere se quello che dice o scrive presenta anche solo una minima somiglianza rispetto al pensiero di certi personaggi del passato la cui semplice menzione dovrebbe provocare in tutti noi solo raccapriccio.