A raccontare il vertice tra i boss è lo stesso presidente del circolo Arci che intervistato subito dopo gli arresti, conferma la cena e la sua conoscenza con alcuni boss
Gli investigatori il filmato lo hanno visto e rivisto. Hanno contato gli uomini, gli hanno identificati. E alla fine hanno capito che attorno a quei tavoli di plastica del circolo Arci di Paderno Dugnano si stava consumando un summit di ‘ndrangheta finora mai filmato. A rendere la cosa ancora più clamorosa, il fatto che quel luogo, un circolo per anziani, è intitolato ai giudici antimafia per eccellenza Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E’ il 31 ottobre 2009. Poco più di un anno prima in questa piazza arrivava il fratello del giudice ucciso da Cosa nostra in via D’Amelio per inaugurare il circolo. Eppure questo non è servito a scoraggiare Vincenzo Mandalari e gli altri big boss della ‘ndrangheta lombarda. Quel luogo loro lo hanno scelto forse anche per dimostrare il loro senso di impunità. La consapevolezza che al nord più che al sud, la mafia può fare qualsiasi cosa.
Oltre a questo, la riunione ha un obiettivo preciso: eleggere il referente per il nord Italia. A fine serata tutti e trenta uomini delle cosche sono d’accordo: sarà Pasquale Zappia. Quando arrivano, attorno alle 19, Arturo Baldassarro, gestore del circolo (intervistato nel video qui sopra), ha già organizzato le tavole a ferro di cavallo e gettata l’anduia in padella per condire la pasta. Gli investigatori restano attoniti. Davanti a loro la scena è quella del Padrino. I boss arrivano alla spicciolata a bordo di grosse auto. Ci sono i saluti, i luogotenenti che si presentano ai vecchi capi. E tra i vecchi c’è certamente Pino Neri. A lui il compito di dare il via alla riunione. Ecco le sue parole: ” Intanto io vi saluto a tutti e vi dico che sono contento che ci siamo trovati qua stasera perché se siamo qui è perché tutti evidentemente ci teniamo allo stesso scopo, siamo venuti qua per lo stesso scopo, e quindi è già un punto di partenza, siamo tutti al corrente di quello che si deve parlare stasera ed io vi accenno perché parlo io!”. Si parla soprattutto di Carmelo Novella, il boss scissionista, ucciso il 14 luglio 2008. Meglio “licenziato dalla Provincia”, il vero governo della ‘ndrangheta che non ha preso bene la volontà di Novella di gestire in completa autonomia i ricchi affari calabresi in Lombardia.
“Comunque – prosegue Neri -, noi siamo stati giù e ci siamo trovati in occasione che facevano le cariche della Calabria. In quell’occasione tutti gli uomini della Calabria iniziarono il discorso, che non è relativo solo alla “Lombardia” . Questo è un chiarimento che voglio fare. Calabria, Lombardia e tutte le parti hanno stabilito “patti e prescrizioni” che valgono non solo per la Lombardia ma pure per tutti. Eravamo una trentina di cristiani quel giorno là e si venne a dire che è arrivato il momento di mettere un freno, ma per il bene di tutti noi, perché io penso che se noi ci teniamo veramente, vogliamo che le cose funzionino per bene. C’è stato un po’ di sbandamento e si è detto: Non parliamo di quello che è passato, di quello che è, perché non ha senso! Perché noi dobbiamo pensare a “cogghimu” (raccogliere, riunire, sistemare) e non a dividere”.
Questo il discorso fatto ai venti rappresentanti dei gruppi criminali presenti oggi in Lombardia. Prosegue il cerimoniere: “Abbiamo riunito a questo tavolo tutti questi degni responsabili e per dire che tutti siamo uguali responsabili non uno ne ha di più, non uno ne ha in meno, perché questi che siamo seduti a tavola abbiamo tutti pari responsabilità, perché noi questo vogliamo! E questo vogliono gli uomini! questo vuole la logica e la regola!”. In sostanza: “Ognuno è responsabile del proprio Locale, tutti sono responsabili della Lombardia, i Locali in Lombardia per essere riconosciuti in Calabria devono rispondere qua”.
Messe le carte in tavola, inizia la discussione. A prendere la parola è Vincenzo Mandalari, capobastone di Bollate, personaggio carismatico e rispettato da tutti. “Dobbiamo fare in modo – dice il boss – di creare una figura, in mezzo a noi, una sola figura, un MASTROGENERALE per la Lombardia a cui, ognuno di noi deve passare qualcosa. Questa è l’armonia”.
Ecco quindi la scelta proposta da Pino Neri: “Io direi che come figura, per quanto mi riguarda darei il voto a Pasquale Zappia”. Di seguito prende la parola il prescelto. “Io – dice compare Zappia – questa responsabilità se me l’avete data, mi tocca prendermela, però ognuno è responsabile del proprio Locale”. Gli altri annuiscono e confermano: “Solo così abbiamo tutti un punto di riferimento, e rimane fermo ognuno nel proprio Locale è sovrano”
La videoripresa è quasi terminata. Ma gli occhi degli investigatori restano sgranati, mentre sul brogliaccio si legge: “Tutti i commensali si alzano per un brindisi solenne in onore della nuova nomina a Mastrogenerale di Pasquale Zappia e alzando i bicchieri proferiscono tutti la parola “Auguri”