Gli enti chiedono al Governo l'immediato avvio del tavolo sul federalismo fiscale. Tremonti soddisfatto: "Avanti così, testo davvero migliorato"
Sì dal Senato alla fiducia chiesta dal governo sul maxiemendamento alla manovra correttiva. I sì sono stati 170, i no 136. Il testo, che deve essere convertito in legge entro fine luglio, passa ora all’esame della Camera. Montecitorio avrà due settimane di tempo per la conversione definitiva in legge. Il testo scade il 30 luglio ed è probabile che sarà approvato senza alcune modifiche e con un altro voto di fiducia della maggioranza. Il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, mercoledì 21 luglio alle 9 illustrerà la manovra licenziata dal Senato in commissione Bilancio alla Camera.
Mentre il governatore della Banca D’Italia, Mario Draghi, sottolineava la necessità di “accellerare il rientro degli squilibri dei conti pubblici”, le correzzioni apportate alla manovra hanno registrato una timida condivisione degli industriali mentre Regioni e Comuni sono più che critici. Le prime hanno espresso la volontà di non restituire le deleghe ma chiedono al Governo “di aprire immediatamente un tavolo per accelerare la piena attivazione del federalismo fiscale e riequilibrare la ricaduta dei tagli”, mentre i Comuni annunciano il voto contrario in conferenza unificata. Ma Tremonti si dice soddisfatto: “Avanti così. E naturalmente fiducia, perché fiducia porta fiducia”.
La manovra economica, per il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, “ci soddisfa sui tre punti che abbiamo chiesto, accertamento, compensazioni e articolo 45”, ma il nostro giudizio rimane “non positivo sulla parte che riguarda l’industria farmaceutica e anche sul fatto che alle finestre accedano anche i lavoratori in mobilità con un tetto di 10mila dipendenti. Noi avevamo chiesto che il tetto fosse alzato”. Per l’accesso dei lavoratori in mobilità alle finestre per le pensioni Confindustria aveva chiesto che il tetto fosse alzato a 50mila. La leader degli industriali, parlando a margine dell’assemblea dell’Abi, ha quindi ribadito che resta “il giudizio complessivo di una manovra necessaria. Noi però – ha ribadito – chiaramente a settembre nella finanziaria chiederemo una serie di interventi per la crescita su ricerca, innovazione e detassazione del secondo livello di contratto, perché, come ha detto Draghi, il rigore è necessario e dobbiamo tornare a crescere”.
Mentre le Regioni hanno deciso all’unanimità di non restituire le deleghe allo Stato e di confermare la fiducia nel dialogo con l’esecutivo per arrivare ad una soluzione. Lo ha deciso la conferenza delle Regioni stamani approvando un documento nel quale tutti i governatori sottolineano come “al fine di confermare l’unità piena della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome la decisione della riconsegna delle deleghe viene accantonata fiduciosi che il percorso delineato di confronto con il governo abbia un esito pienamente positivo”. Per quanto riguarda la posizione dei Comuni, Sergio Chiamparino, presidente dell’Anci, ha annunciato che esprimeranno in Conferenza Unificata parere negativo sulla manovra.
Dal ministro Tremonti arrivano invece segnali di piena soddisfazione sull’operato del Governo. “Andiamo avanti così: le pensioni, la Fiat a Pomigliano, stabilità e naturalmente fiducia. Perché fiducia porta fiducia”. Alle critiche anche oggi arrivate da più parti, Tremonti risponde: “Dicono che la manovra non basta, io dico che nella manovra, ad esempio, ci sono le pensioni che stabilizzano il nostro sistema, il più sostenibile d’Europa”. Ed il fatto che si sia fatto “senza un giorno di sciopero è indicativo della coesione sociale”. L’intervento sulle pensioni, aggiunge, “da sicurezza alle famiglie”.
Tremonti è poi tornato parlare dell’investimento che Fiat ha previsto per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco: “Indica che questo Paese può non mandare lavoro fuori dall’Italia ma farlo entrare da fuori”. Ed è “la prima volta che il lavoro non esce dall’Italia ma entra”. Sono “tutte cose che girano intorno ad una buona manovra”.