A Milano Ligresti conta quasi quanto un sindaco. Anche se negli ultimi tempi le sue società stanno affrontando le acque agitate della crisi che ha colpito proprio il mondo del mattone. Ligresti perciò ha puntato sui grandi progetti che diventeranno i simboli della Milano dell’Expo, come, appunto, CityLife e Isola-Garibaldi dove l’imprenditore ha calato il jolly di Impregilo e i soldi di Fondiaria-Sai. Poi c’è l’altro fronte, quello del Parco Sud. Qui Ligresti ha puntato su una grande opera, il Cerba, e sulle speculazioni sui terreni della periferia – in particolare a margine delle zone verdi di Trenno, Forlanini e Parco Sud – dove si è mosso attraverso Sinergia e la galassia di controllate della Imco (Immobiliare Costruzioni). Ma l’asso nella manica del costruttore siciliano, sempre che il Comune giochi dalla sua parte, sarà la valorizzazione di cascine, campi, fienili, stalle e fontanili. Ecco il «capolavoro» di Ligresti, preparato per anni con la massima discrezione guardando al futuro. Così parcelle rurali ed edifici a volte diroccati, acquistati magari per due spiccioli, diventeranno tesori se arriveranno le autorizzazioni a costruire. Così sarà segnato il destino della cascina Campazzo nel Parco del Ticinello e quello della grande cascina Ambrosiana nel Parco Sud, poi toccherà ai prati della Bellaria e del Belgioioso al margine del verde di Trenno. Fino alle stalle della Canavese e della cascina Casanova al Forlanini. Già, il destino del Parco Sud è nelle mani di Ligresti il contadino.
Il Cerba, un discorso scomodo
Intanto le ruspe di Ligresti sono arrivate nel Parco Sud per realizzare il Cerba (il Centro europeo per le biotecnologie avanzate) progettato dall’architetto milanese Stefano Boeri. Un complesso che sorgerà su 620.000 metri quadrati di terreni in zona Ripamonti di proprietà di Sinergia e Imco. Un progetto da 900 milioni su un’area costata poco meno di 10 milioni. Insomma, per Ligresti un affare d’oro. Il Cerba, come abbiamo detto, è un centro di eccellenza che crescerà a poca distanza dall’Istituto europeo di oncologia che già lambisce il Parco Sud. Nel maxipolo saranno eseguiti 45.000 ricoveri l’anno e 27.000 interventi chirurgici. Una struttura dove lavoreranno oltre 4000 persone. Oltre all’ospedale e ai centri di ricerca ci saranno anche 7000 posti auto, edifici residenziali e ricettivi per i pazienti, i loro parenti, gli studenti e i medici.
Secondo Letizia Moratti e Roberto Formigoni, «il Cerba farà di Milano e della Lombardia la capitale europea della ricerca». In base all’accordo, la Fondazione Cerba si impegna a realizzare in cambio un parco attrezzato di 320.000 metri quadrati (18 milioni di euro), che gestirà per trent’anni (risorse necessarie, altri 25 milioni). Altri 42 milioni serviranno per infrastrutture e riqualificazione ambientale.
L’intero piano costerà un miliardo e 226 milioni e verrà finanziato dai privati: verrà creato anche un fondo immobiliare etico, garantiscono i soci della fondazione. Ma chi ne farà parte? Mediobanca, Intesa San Paolo, Unicredit, Allianz, Rcs, Pirelli. Insomma, oltre allo stesso gruppo Rcs, c’è metà del patto di sindacato che governa appunto la Rizzoli e il «Corriere della Sera». E ci sono istituti di credito – alcuni già impegnati in operazioni immobiliari come CityLife – e imprenditori del settore immobiliare (Carlo Alessandro Puri Negri è amministratore delegato della Pirelli Re e membro della Fondazione Cerba), oltre ovviamente alla Fondiaria Sai di Ligresti.
Quale sarà l’impatto di un complesso di queste dimensioni sulla zona del Parco Sud? Stefano Boeri, il progettista, definisce così il Cerba: «Abbiamo pensato a un’enorme piastra sotterranea con i laboratori di ricerca. Sopra ci saranno l’ospedale e gli spazi per ospitare i pazienti e i loro parenti. Ma abbiamo cercato di condensare il più possibile gli spazi per dare alla città anche un grande parco, aperto e fruibile. Questo sarà il regalo del Cerba a Milano. L’idea è soprattutto di realizzare una sorta di città giardino, con spazi esterni dove il verde avrà il ruolo fondamentale, con un grande viale alberato che collegherà i reparti. Ci sarà anche molto verde sulle coperture e sui tetti». (segue a pagina 7)