Mentre il vecchio (anti)Stato cade a pezzi, i cittadini tentano di scansare le macerie. Esercizio faticoso e inutile: uno alla volta ci sbattiamo tutti. Perché in un Paese dove niente va come dovrebbe è inesorabile beccarsi la grande sola, basta aspettare.

Si salvi chi può A scuola, all’ospedale, in tribunale, uno non sa mai dove resterà schiacciato dalla cattiva amministrazione. Anche quando crede di avere il controllo perfetto della situazione. Guardate quelli delle polizze dormienti. Ormai sono diventati una vera famiglia, un’associazione di vittime dello Stato: blog, telefonate, cene di gruppo per scambiare informazioni e celebrare eventuali successi. Ma tra poco dovranno mettersi in competizione uno contro l’altro, perché i soldi stanziati a loro favore dal ministro (ad interim) Berlusconi non basteranno per tutti. Sono i cittadini rimasti incastrati nel limbo delle cosiddette polizze dormienti, piccoli risparmi messi da parte per anni, mese dopo mese, e spariti all’improvviso. Una frettolosa legge (166/08) e successivi passaggi normativi a dir poco contorti hanno portato almeno 20mila famiglie italiane a vivere un supplizio quotidiano: sapere che quei soldi risparmiati con pazienza sono finiti nel nulla. O meglio, in un buco di legge.

Polizze dormienti, diritti cancellati Nel 2008, Berlusconi al governo, si stabilì infatti che prodotti finanziari e polizze di risparmio fossero considerati prescritti due anni dopo la loro scadenza naturale (o la morte del titolare) per essere devoluti a un nuovo fondo destinato a risarcire le vittime dei crac finanziari (erano i tempi di Parmalat e bond argentini). Con un colpo di genio legislativo, si decise di applicare iI termine retroattivamente, cioè per le cifre raccolte fino al 2005, e senza alcun obbligo di informare i titolari. Chi non si presentava a richiedere il denaro in tempo utile perdeva tutto, anche se il contratto sottoscritto parlava di un tempo più lungo, in genere 10 anni. Spesso erano le stesse agenzie a consigliare di portare avanti il rapporto per incassare il premio finale. Che non arrivava mai, perché ormai prescritto.

Ci pensa B. Un comma del Decreto incentivi varato lo scorso marzo ha cercato di sanare in parte il pasticcio disponendo che le polizze prescritte fino al 28 ottobre 2008 venissero recuperate almeno quando le compagnie non avessero ancora versato materialmente i soldi al famoso fondo anticrac. Qualcuno, faticosamente, ha riottenuto così il maltolto (chiamiamolo lotto1). E tutti gli altri? Un mese fa Silvio Berlusconi, nel ruolo di ministro per lo Sviluppo economico, ha dato parere favorevole a un ulteriore mini-aggiustamento: stanziare un finanziamento ad hoc per far recuperare il denaro anche a chi se l’era visto finire nel fondo e diventare così intoccabile. Spiega Antonio Lirosi, responsabile Pd per i consumatori e fine conoscitore dell’intricatissima materia: “Restando all’attualità spiccia, il problema ora è nelle mani di Giulio Tremonti. Tocca al ministero delle finanze erogare materialmente la cifra stanziata dal ministro per lo sviluppo, cioè da Berlusconi. Dovrebbe trattarsi di 7,6 milioni di euro ma il condizionale è d’obbligo in tutta questa storia. Il ministero delle finanze non ha mai fatto un’indagine seria per definire i confini della vicenda, per capire esattamente di quante persone e di quanti soldi stiamo parlando. Brancoliamo nell’approssimazione più totale, e per questo abbiamo presentato un’interrogazione al governo”. 

Urso dixit Governo che ha risposto così: “Il viceministro Adolfo Urso, in relazione alla problematica della congruità dello stanziamento disposto dall’articolo 7 del provvedimento in esame per la restituzione delle somme delle cosiddette polizze dormienti, chiarisce che una quantificazione precisa delle risorse necessarie non è stata effettuata fino a questo momento; la disposizione di cui al provvedimento in esame, quindi, pur in assenza di questo dato, provvede comunque ad intervenire al fine di favorire una, sia pur provvisoria e magari non integrale, restituzione delle somme erroneamente versate”. Insomma dovrebbe esserci un lotto 2 in dirittura d’arrivo, ma solo per i più svelti. Infatti i soldi in questione, se e quando Tremonti li darà, non basteranno per tutti.

Lieto fine “Tra il 2009 e l’inizio del 2010 il fondo anticrac ha raccolto dalle polizze dormienti circa 23 milioni di euro – spiega Giovanni Malfettone, esperto finanziario -. Succederà che chi per primo invia la propria richiesta avrà la priorità, e gli altri resteranno a bocca asciutta, aspettando magari un successivo stanziamento. E questo sarebbe il lotto 3, al momento solo un pio desiderio di consumatori ormai estenuati da anni di carte, avvocati, speranze e contrordini. Aggiunge Malfettone: “In effetti credo che molte persone non s’accorgeranno di nulla e lasceranno lì ciò che gli spetterebbe per legge. E‘ stato un pasticcio dall’inizio alla fine, e ancora per tutto il 2011 si andrà avanti così. L’unica vera soluzione sarebbe allungare i tempi della prescrizione facendoli tornare a 10 anni, soprattutto nel caso in cui a incassare la polizza non sia direttamente il titolare ma un suo legittimo erede. Una norma di tutela verso i piccoli risparmiatori, però il governo non sembra interessato all’ipotesi. Un po’ perché i consumatori faticano a farsi valere, un po’ perché tra una prescrizione e un’incomprensione restano nelle casse dello Stato un bel po’ di soldi, che fanno comodo”. Eccolo lì, il prossimo masso che fischia e cade. Schivato?

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