Pierferdinando Casini è stato a Milano venerdì scorso per presentare, insieme al coordinatore lombardo Savino Pezzotta, il nascente Partito della Nazione.
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Casini ha definito “atto di responsabilità” le dimissioni del sottosegretario Cosentino. E’ lecito domandare se altrettanta responsabilità verrà spesa nella selezione della classe dirigente del futuro partito?
Lorenzo Cesa è da anni il segretario nazionale dell’Unione di Centro. Coinvolto nello scandalo Anas, nel 1993 confessò ai magistrati di aver agevolato moltissimi imprenditori, intercedendo con l’allora ministro dei lavori pubblici Gianni Prandini, e ritirando per lui laute mazzette. In cambio, raccontava Cesa ai giudici, “ricevevo contropartite politiche”. Insomma, faceva carriera.
Il processo, che il 21 giugno del 2001 lo vide condannato a 3 anni e 3 mesi in primo grado per corruzione aggravata insieme al ministro Prandini (6 anni e 4 mesi), è però finito nel nulla. Il 16 giungo del 2003 la Corte d’appello ha infatti annullato la sentenza e rinviato gli atti in procura per un grave errore procedurale. A più di dieci anni dai fatti, nemmeno le confessioni di Cesa e degli altri imputati sono state sufficienti per arrivare a un nuovo dibattimento. I fatti (le mazzette) sono veri. Ma la giustizia non ha potuto perseguirli. A Casini basta e avanza.
I rei confessi che l’hanno fatta franca possono mettersi in fila per la tessera del nuovo partito: c’è posto.