Sarà il nuovo Csm, quando si insedierà, a occuparsi dei tentativi di interferire sugli orientamenti di voto di alcuni consiglieri, come emerge dalle inchieste sulla cosiddetta P3. Lo ha deciso il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che lo ha comunicato per lettera al vice presidente del Csm Nicola Mancino. Dalle indagini si era posto in evidenza che alcuni consiglieri sarebbero stati contattati per favorire la nomina del presidente della Corte d’Appello di Milano, Alfonso Marra. Il mandato dell’attuale Consiglio scade il 31 luglio prossimo. Ieri alcuni consiglieri togati, fra i quali Livio Pepino, avevano sollevato la questione su quali membri del Csm dovessero svogere le indagini sui comportamenti dei consiglieri, chiedendo di metterla all’ordine del giorno. Considerando la delicatezza della questione, Mancino ha ritenuto opportuno acquisire il parere del presidente della Repubblica, che presiede di diritto il CSM e ne fissa l’ordine del giorno.
In mattinata, l’Ufficio Stampa della Presidenza della Repubblica ha reso noto il testo della lettera di Napolitano al Vice Presidente del Csm, Nicola Mancino, “in risposta alla informazione ricevuta sulla richiesta avanzata da componenti del Consiglio di porre all’ordine del giorno la questione delle ‘regole deontologiche minimè che debbono caratterizzare i comportamenti dei Consiglieri, della quale oggi è stata data lettura al Comitato di Presidenza del Csm”.
“Nell’imminenza di una nuova seduta del Parlamento a Camere riunite per l’elezione dei membri laici del Csm, rinnovo un vivo appello a tutti i gruppi parlamentari a definire senza ulteriore indugio le intese necessarie perché‚ le prossime votazioni vadano a buon fine”. Ha aggiunto in una nota il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano. “Confidando nell’attivo impegno dei Presidenti delle Camere sottolineo la assoluta necessità che alla scadenza del mandato dell’attuale Consiglio, il 31 luglio, l’istituzione sia stata rinnovata interamente così da poter svolgere senza soluzione di continuità e nella pienezza dei poteri le sue più che mai essenziali e delicate funzioni”. In mattinata, il Capo dello Stato, aveva inviato un messaggio ad Agnese Borsellino, vedova del giudice ucciso 18 anni fa in via D’Amelio, invocando nuove indagini affinché si arrivi a “fare piena luce sulla stagione delle stragi“.